La famiglia tradizionale della Meloni e di Berlusconi: caccia all’errore

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“Voglio tutelare la famiglia tradizionale, come la mia e quella di Berlusconi”. E’ la dichiarazione cult della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che apre la sua campagna elettorale. La famiglia che negli ultimi anni ha subito molti attacchi, culminati soprattutto con l’approvazione da parte del Parlamento della famigerata legge Cirinnà che ha riconosciuto lo status di famiglie alle coppie di fatto e alle unioni gay, è davvero al centro delle politiche del centrodestra? La domanda se la pongono in molti, considerato che il tempo per governare e fare misure a favore di questa formazione sociale, Meloni & Co. lo hanno avuto in passato. 

Il cronista di Repubblica ha forse tentato proprio questa strada, ossia quella di “cogliere in fallo” la Meloni chiedendole se per caso anche la sua famiglia e quella di Berlusconi potessero essere considerate famiglie tradizionali. La Meloni infatti non è sposata, mentre il leader forzista è due volte sposato e altrettante divorziato. “Certo che la mia famiglia è tradizionale, come lo è quella di Berlusconi che non giudico per le sue questioni personali. Noi difendiamo le famiglie naturali, quelle che fanno figli. Sono queste a dover ricevere contributi dallo Stato, non quelle degli immigrati” ha ribadito lei.

Resta però da capire cosa si intenda davvero per famiglia “naturale” o “tradizionale”. Certamente si sta parlando in questo caso di famiglie composte da un padre, una madre e dei figli, e di questi tempi è già molto difficile difendere il diritto dei figli ad avere le figure genitoriali di riferimento. Coraggio nello sfidare il “politicamente corretto” che ormai da tempo ha rottamato i concetti di ” papà e mamma” in favore di generiche classificazioni tipo “genitore 1” e “genitore 2” con riferimento a coppie dello stesso sesso che crescono dei bambini.

Tuttavia da sempre il concetto di famiglia naturale si accompagna anche al matrimonio, religioso o civile poco importa, che riconosce lo status di famiglia e i relativi diritti ai coniugi uniti dal vincolo nuziale e alla prole. Le legislazioni negli ultimi anni in Europa si sono evolute e il concetto di matrimonio non è più fondamentale per definire lo status di famiglia. E questa nuova modalità, guardando alle vite private dei vari leader proprio di centrodestra, sembra proprio piacere ed essere la prediletta. Il problema è che questi leader puntano al voto cattolico. E qui un problemino c’è, perché la dottrina e il sacramento restano tali invece nei secoli. 

Senza entrare nel giudizio della scelta della leader di FdI di convivere con il padre della propria figlia, forse più che di famiglia tradizionale è più opportuno parlare di “famiglia moderna”, legittima e legale sotto ogni punto di vista, ma certamente in rottura, non in continuità, con la tradizione cattolica. Comunque la si pensi infatti, la convivenza non rispecchia certamente il modello storico di “famiglia tradizionale”.

Altro discorso, decisamente molto più complesso, riguarda Berlusconi, sposato due volte e due volte divorziato con due famiglie (naturali?) frutto di due diversi legami affettivi: entrambi giuridicamente e legalmente riconosciuti, ma non prettamente “tradizionali” nel significato esatto del termine.

Premesso ciò appare evidente come la Meloni nel ribadire la difesa della famiglia naturale sembri in questo caso riferirsi alla famiglia eterosessuale, intesa come “tradizionale” in contrapposizione alla coppia gay in totale rottura con la tradizione. 

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