Capriccioli (+Europa): “Noi vogliamo l’eutanasia legale, come rispondo al Papa”

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Biotestamento, + Europa risponde alle polemiche aperte dal caso di Patrizia, la donna malata di Sla che ha ottenuto in virtù della legge l’interruzione della ventilazione meccanica che la teneva in vita. “Eutanasia di stato” l’hanno definita da più parti, termine però rispedito al mittente da Alessandro Capriccioli segretario dei Radicali di Roma e capolista di + Europa alle regionali del Lazio raggiunto da Lo Speciale. 

“Prima vittima dell’eutanasia di stato”, così molti hanno definito Patrizia, malata di Sla che grazie al biotestamento ha ottenuto di poter morire rifiutando la ventilazione meccanica. Cosa rappresenta invece per voi?

“Non siamo in presenza di un caso di eutanasia tanto per iniziare, anche se non ci vergogniamo a dichiarare di essere favorevoli all’eutanasia legale. Continueremo a batterci ad ogni livello per ottenerla. Quello di Patrizia è un caso di sospensione delle cure, per noi è il simbolo della libertà di scelta. La scelta di rifiutare o meno le terapie che ci tengono in vita nel momento in cui la nostra esistenza non è più tale e rischia di essere vissuta soltanto al costo di inutili sofferenze”.

Papa Francesco ha detto che l’eutanasia però non è una scelta di civiltà ma piuttosto una scelta ideologica dettata da una presunzione di potenza. Come risponde?

 “Il Papa fa il Papa ed è normale dica certe cose. Io posso rispondere che che qui è in gioco la libertà delle singole persone. Poi certo, ogni decisione è legata alle persone stesse, al loro modo di pensare, alla loro fede, alla loro sensibilità, ma non andrei ad indagare su questo ,anche perché se si applicasse questo metro di giudizio, allora dovremmo andare a sindacare su ogni scelta che l’individuo compie. Perché dovremmo sindacare se uno sceglie di interrompere le cure o addirittura il suicidio assistito e non sindacare invece se si sceglie un certo lavoro invece di un altro, o se ci si sposa con una determinata persona? “.

Negli ultimi tempi Emma Bonino ha ottenuto diversi endorsement, l’ultimo da Ornella Vanoni direttamente dal Festival di Sanremo. C’è però chi vi accusa di piacere soprattutto ai circoli radical chic. Vi disturba questo?

“Io non conosco nessun circolo radical chic, non so cosa siano francamente. Se magari me ne indica qualcuno vado a cercarlo così avrò modo di rendermi conto di cosa stiamo parlando. Poi scusi, se Emma Bonino ottiene appoggi anche da parte di esponenti del mondo intellettuale dove sta lo scandalo? La informo che in queste ore stiamo ottenendo sostegni da parte di tante persone che stanno lavorando con noi alla campagna elettorale e posso assicurarle che sono tutto fuorché radical chic. Fermo restando che non so proprio cosa questo termine stia a significare”.

Nel Lazio sostenete Nicola Zingaretti, con il quale in questi anni non siete stati in sintonia su molti punti. Come mai questa decisione?

L’appoggio a Zingaretti trova fondamento nel pragmatismo con cui ogni volta decidiamo con chi allearci. Nel Lazio il governatore uscente rappresenta senza dubbio il candidato più vicino agli obiettivi che la nostra lista intende conseguire. Certo, con lui non c’è una visione comune altrimenti staremmo nello stesso partito, ma c’è da parte sua una visione molto vicina alla nostra. Sicuramente molto più vicina di quella di tutti gli altri candidati”.

Qualche esempio?

Abbiamo la comune visione europeista soprattutto sul tema della sanità, una sanità più innovativa da realizzare anche attraverso l’indizione degli stati generali della salute, proposta già avanzata da Emma Bonino all’inizio del commissariamento. Poi ci unisce la stessa visione di democrazia partecipata da concretizzare con la riforma degli istituti di partecipazione popolare. Sull’immigrazione puntiamo all’integrazione attraverso il lavoro, con un’azione sempre più incisiva ed efficace dei centri per l’impiego che dovranno essere potenziati. Nell’ottica di noi Radicali è fondamentale anche il rafforzamento dei consultori come presidi di difesa dei diritti delle donne oltre all’inserimento del biotestamento all’interno del protocollo sanitario regionale. Obiettivi che in questa coalizione siamo certi di riuscire a conseguire”.

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