L’imbroglio di Salvini nuovo Papa laico, un’operazione di bassa Lega

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Finalmente l’hanno individuato. Certi credenti, tra malafede, ingenuità, astrazione intellettuale e dilettantismo politico, hanno trovato il loro “papa laico”. E’ Matteo Salvini che, con un atto degno della migliore (o peggiore) fiction di “bassa Lega”, sabato scorso a Milano, ha inscenato una rappresentazione mistica. Usando simboli e mitologie antiche e identitarie: il Vangelo, il Rosario, il Giuramento.

Un’eccellente operazione di puro marketing ruffiano q.b., che mette a posto la coscienza di molti prima del voto: illudersi che i valori cattolici siano ancora importanti, sentirsi protetti, rinnovare la mai sopita “sindrome guelfa”, molto cara ai parrocchiani (stare attaccati alle gonnelle dei sacerdoti-pastori, e visto che i pastori non pastorizzano più, si accontentano di un politico-pastore), e far rientrare “i credenti in politica” nelle vecchie e morte categorie del Novecento: in questo caso, il centro-destra, “avversario storico e ideologico” del centro-sinistra. Con l’obiettivo di sconfiggere il “comunismo liberal” di Renzi e il “neo-comunismo giacobino dei 5stelle”.

Peccato che la realtà sia ben diversa. Salvini mente sapendo di mentire. Ecco perchè:

1) Tutte le sue battaglie identitarie sono aria fritta. Servono unicamente a fare il pieno di voti, alzare il tiro con Berlusconi, per giocarsi la leadership dentro lo schieramento.

2) Ogni argomento che la Lega usa ora, sarà inesorabilmente annacquato domani dentro la logica della coalizione, mediata al centro dalla laicista Forza Italia. Per cui, ogni ricetta tosta contro immigrati, ladri che entrano in casa, religione, anti-Ue, anti-euro, è una fake. Prova ne è che Salvini ha già ammorbidito le sue posizioni in tal senso: parla prevalentemente di flat tax, e adesso stima Tajani, presidente del parlamento europeo, “ben diverso da Junker”. E si guarda bene (come fa la Meloni) dal rivelare il vero programma unitario sottoscritto dai tre per andare al governo.

3) E ancora: visto che nessuno raggiungerà la maggioranza, i voti tosti e belligeranti del Carroccio serviranno a formare il governo delle Larghe Intese (Pd-Fi), con la Bonino o un tecnico simil-Monti a fare l’ago della bilancia. E cosa diranno allora ai propri militanti integralisti o ai neo-innamorati da Rosario? Cosa racconterà loro Salvini? Che patriottismo vuol dire appoggiare tale esecutivo, o escogiterà il trucchetto dell’astensione per salvare capra (la piazza doc) e cavoli (le poltrone)?

4) Come se non bastasse, la Lega, già al suo interno, è eterogenea nella sua composizione ideologica, e a sua volta partecipa a un centro-destra ancora più eterogeneo. Un’Armata Brancaleone, dove convivono, annullandosi, nazionalisti, reduci destristi, indipendentisti padani, laici, cattolici, europeisti, xenofobi, statalisti, liberisti, liberali, post- socialisti, vegani, animalisti etc. La stessa composizione delle liste è stata lo specchio fedele di questo caos “organizzato” per il consenso. Candidati espressione di tutto e il contrario di tutto.

5) Sulla folgorazione cristiana della Lega poi, c’è molto da dire: se questo dna fosse autentico, perché mettere un esponente del Family Day al quarto posto (in evidente posizione insignificante), e la laicista, filo-Scalfarotto e filo-utero in affitto, Bongiorno come capolista? E’ una palese scelta di campo politica. Sul palco a Milano, per essere coerenti Salvini avrebbe dovuto far parlare lei o la Bonino. Altro che Rosario e Vangelo.

6) A proposito di svolta antropologica: cosa ha fatto finora la Lega di concreto per difendere e affermare i valori cristiani dal 1994? Primo, li ha confusi con un egoismo becero, che non ha nulla a che vedere col concetto cristiano (dottrina sociale della Chiesa) dell’identità: che è amore (per la propria terra, cultura, tradizione), non odio verso il diverso. Secondo, non ha proprio fatto le barricate contro le leggi che hanno attaccato la famiglia naturale (divorzio breve,unioni civili, biotestamento).

7) A quei credenti illusi di aver trovato un papa laico, ricordo infine, la posizione di Salvini su droghe leggere e apertura delle case di tolleranza. Segno tangibile del marketing cristiano unicamente da campagna elettorale. Che fa il paio con la non conoscenza della Meloni dell’articolo 29 della Costituzione: altrimenti nei suoi manifesti avrebbe fatto scrivere “Difendo la famiglia naturale” e non “tradizionale”.

Il cristianesimo non è uno spot. Ma il nucleo fondante di una scelta personale e anche politica, che non può essere presa a pezzi (quello che fa più comodo), ma vissuta e declinata pienamente. E ciò presuppone omogeneità culturale che un soggetto politico deve assumere totalmente. Non negli annunci commerciali o nelle fiction di piazza.

E ci dispiace veramente, per le cantonate di molti credenti illusi, editorialisti funzionali ai media di potere, o nostalgici del vecchio bipolarismo (dentro le categorie del Novecento), portatori d’acqua del nulla e dell’inciucio che ci sarà subito dopo il 4 marzo.

Per concludere, se dovete votare Lega, votatela per le sue ricette economiche, sull’immigrazione, la sicurezza (abbiate il coraggio di ammetterlo). Ma lasciate perdere i collegamenti e le suggestioni cattoliche. E’ meglio.

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