Presidenti delle camere, saltato l’asse Salvini-Di Maio; centrodestra e Movimento 5Stelle in ordine sparso. Per il vicepresidente nazionale di CasaPound Simone di Stefano intervistato da Lo Speciale. si è in presenza di un copione quasi scontato. I 5Stelle insistono con il veto su Paolo Romani presidente del Senato e si sono dichiarati indisponibili a trattare con Silvio Berlusconi. Nel campo del centrodestra Salvini, dopo aver raggiunto un onorevole compromesso con Forza Italia (presidenza di Palazzo Madama ad un forzista e presidenza del Friuli Venezia Giulia al Carroccio), non può assecondare i veti dei 5Stelle su Romani, al punto da aver aperto le porte al Pd per ridiscutere tutto da zero.
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Di Stefano, l’asse Salvini-Di Maio è definitivamente tramontato o ritiene ancora possibile un accordo di governo fra i due?
“L’asse Salvini-Di Maio penso possiamo darlo per definitivamente archiviato, anche perché Salvini ha dimostrato di essere ostaggio dei ricatti politici di Berlusconi. Il leader forzista ha seriamente minacciato la rottura di tutte le alleanze di centrodestra nelle regioni del Nord, e in questo modo è riuscito ad aggirare l’esito del voto che lo ha visto sconfitto. Dopo aver minacciato la crisi in Lombardia e Veneto, ha offerto alla Lega anche la presidenza del Friuli Venezia Giulia e ha così dimostrato di essere ancora lui a padroneggiare la situazione. Oggi vedremo quanto è stato davvero utile quel voto utile che il centrodestra ha chiesto e ottenuto alle elezioni. Scoprireremo con i fatti quanto sia stato in realtà inutile”.
A questo punto cosa fareste al posto di Salvini se Berlusconi, come è possibile, finirà per bruciarlo?
“Noi avremmo rotto il centrodestra già prima delle elezioni, quindi se fossimo in Salvini non esiteremmo a sfasciarlo adesso. Lui in questo momento è lanciatissimo, sfasciando la coalizione avrebbe davvero la strada spianata per creare qualcosa di nuovo rompendo definitivamente ogni vincolo che lo lega a Berlusconi. Ovviamente non può farlo, come non lo ha potuto fare prima delle elezioni, dal momento che si troverebbe contro i vari Maroni, Zaia, Fontana, che non possono accettare la rottura delle loro alleanze”.
Finirà quindi che al governo andranno i 5Stelle con l’appoggio del Pd anti-renziano e di Leu?
“No, per il M5S significherebbe scomparire. Oddio, sarebbe auspicabile perché in questo modo con un colpo solo ci toglieremmo di mezzo tanto i grillini che il Pd. Ma poiché loro stessi sono consapevoli di rischiare una simile fine eviteranno di suicidarsi con le loro stesse mani”.
A questo punto però se si escludono tutte le formule possibili ed immaginabili, il governo chi lo farà?
“Ci sarà un governo di scopo dove inizialmente entreranno anche la Lega e il M5S, magari con l’obiettivo di cambiare la legge elettorale. Ci presenteranno questo governo come il più bello del mondo, poi quando sarà il momento di staccargli la spina, la spina non verrà staccata. A quel punto potrebbero staccarsi in due, o la Lega o i 5S ma il governo resterà in carica. Un copione già visto. Il fatto è che poi, quando tutti si sono seduti a tavola e hanno occupato i loro posti, al momento di staccare la spina inizieranno le liti dentro i partiti, con le inevitabili scissioni. Come è avvenuto con Alfano per esempio che sfasciando il centrodestra ha garantito la sopravvivenza di tre governi, da Letta a Gentiloni”.
Fra poco ci saranno le elezioni amministrative. Come vi state preparando?
“Saremo presenti ovunque, soprattutto nei comuni più grandi dove abbiamo fatto ottimi risultati, Viterbo per esempio. Cercheremo di riconfermare questi risultati e possibilmente di crescere, per poi far valere il nostro peso laddove si andrà al ballottaggio”.
Escludete quindi alleanze già dal primo turno?
“Non abbiamo nessun tavolo aperto, anche perché ci vuole coraggio nel relazionarsi con CasaPound dal punto di vista politico e programmatico. Parlare con noi significa scatenarsi contro l’intera sinistra, che come sempre avvenuto marchierà chiunque oserà anche soltanto mostrare interesse nei nostri confronti. Non credo troveremo interlocutori coraggiosi e pronti a sfidare questo clima”.