Alfie Evans, CasaPound: “E adesso andiamocelo a prendere”

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I giudici della Corte d’Appello di Londra hanno respinto il ricorso in Aula di Tom e Kate Evans, i genitori di Alfie, per portare il bimbo in Italia. Fatto grave per CasaPound, il vicepresidente Simone Di Stefano intervistato da Lo Speciale chiede all’Italia gesti ancora più forti dopo la concessione della cittadinanza. “In queste ore si è verificato un cambiamento significativo di circostanze come conseguenza del distacco dei macchinari salvavita ma Alfie respira ancora. Non può restare prigioniero e bloccato da un verdetto emesso originariamente tre mesi fa. Per lui c’è una fantastica alternativa di assistenza disponibile” ha sottolineato il legale della famiglia Evans. Eppure sembra che verso il piccolo, affetto da una grave malattia neurodegenerativa, persista un accanimento quasi ideologico nel volerne per forza affrettare il decesso.

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Alfie respira ancora nonostante gli sia stato staccato il ventilatore. Eppure gli viene negato il diritto di venire in Italia. Perchè tanto accanimento?

“Si ha la sensazione di trovarsi di fronte ad un’autentica persecuzione verso un bambino secondo molti condannato a morte ma che invece sembra voler restare fino all’ultimo attaccato alla vita. A questo punto la sentenza dei giudici inglesi è stata eseguita con il distacco dei macchinari, ma nonostante ciò il bimbo respira ancora. Non si capisce perché non debba essere trasferito in Italia”.

Si può parlare a questo punto di accanimento ideologico?

“Mi pare evidente. C’è un accanimento ideologico fondato sui dettami di un relativismo globalista che non può essere contraddetto. Secondo i medici sarebbe dovuto morire pochi minuti dopo la sospensione della ventilazione, invece il piccolo vive ancora a distanza di 48 ore. Mandare il bambino in Italia dove magari continuerebbe a restare in vita, significherebbe contraddire il teorema della vita concepita come oggetto nelle mani dello Stato. E’ chiaro che alla base c’è una visione fortemente ideologizzata”.

Non è un po’ paradossale che una società che si riempie la bocca con termini politicamente corretti come “difesa dei più deboli”, poi si comporti così nei confronti di un soggetto tanto debole come un bimbo malato? 

“A sinistra si sono sentiti commenti di persone per le quali Alfie non meriterebbe di vivere in quanto già morto cerebralmente. Da qui anche la critica all’Italia per avergli concesso la cittadinanza, quella stessa cittadinanza che poi queste stesse persone vorrebbero regalare agli immigrati che arrivano per poterli tutelare. Peccato che i migranti siano tutto fuorché soggetti deboli, visto che si tratta di persone, alte e grosse, spesso in buona salute che scorrazzano liberamente per le nostre città senza fare niente, se non creare problemi alle comunità in cui vivono. Per loro porte aperte sempre, i costi dell’accoglienza non sono mai spese improduttive mentre lo diventano nel caso di un bambino malato che sta sotto assistenza medica. Questa è la visione liberista e materialista che porta lo Stato a considerare inutile spendere soldi per curare un bimbo destinato a morire”.

C’è chi dice che ragionando così si arriverà prima o dopo a giustificare anche l’uccisione dei malati di Alzheimer, dei bimbi autistici, dei portatori di handicap, di tutte le persone considerate improduttive ma che lo Stato deve assistere. In pratica una nuova forma di nazismo. Condivide?

“Il liberismo e il materialismo economico portano a questo, a considerare inutile spendere soldi su chi non è considerato capace di contribuire alla crescita della società diventandone un peso. A questo punto anche le persone anziane potrebbero essere tranquillamente eliminate, così si risparmierebbe sulle pensioni. Il mantra del liberismo è proprio questo, rifiutare ogni forma di assistenzialismo e privatizzare ogni servizio pubblico tagliando le spese improduttive”.

Il Governo italiano ha concesso la cittadinanza ad Alfie ma finora non è servito a nulla. Cos’altro si potrebbe fare?

“Iniziativa giusta e lodevole, segno di una diversa visione dell’esistenza umana e del valore della vita da parte di noi italiani. Visione culturale e spirituale allo stesso tempo. Per noi di CasaPound sarebbe necessario andarlo a prendere direttamente anche a costo di provocare un incidente diplomatico con l’Inghilterra. Se è cittadino italiano abbiamo il dovere di proteggerlo da chi vorrebbe farlo morire ad ogni costo. Mandiamo qualcuno, figure diplomatiche o agenti dei servizi segreti, andrebbe caricato sull’ambulanza e portarto da noi dove sarebbe assistito e curato come merita. Un atto che ci farebbe onore”. 

 

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