Scontro istituzionale ieri sera poco dopo le 19. Il nome di Paolo Savona non è passato e subito dopo il (fu) premier Conte ha rinunciato all’incarico e Mattarella ha convocato Carlo Cottarelli. Il no a un ministro dell’Economia anti-euro ha scatenato l’ira politica che si è tradotta in un’invocazione di impeachment. Diego Fusaro analizza con Lo Speciale,
Salvini e Di Maio sono andati allo scontro istituzionale. Col nome di Paolo Savona all’Economia era forse prevedibile questo finale. Se la sono cercata? Volevano sottolineare i vincoli che pesano sull’Italia?
“Evidentemente il nome di Savona era una prova di eroismo che segnalava una volontà chiara di entrare in contrasto con la Ue e con i vincoli dei trattati. Più che ‘se la sono cercata’, direi che Salvini e Di Maio hanno mantenuto le loro promesse da un certo punto di vista e hanno tenuto fermo un punto: la difesa del basso, cioè delle masse nazionali popolari che vogliono la difesa dei loro salari, l’uscita dall’euro se possibile e dell’interesse nazionale. Salvini e Di Maio hanno agito eroicamente”.
Fratelli d’Italia ha chiesto lo stato d’accusa del presidente della Repubblica, Di Maio ha confermato, Salvini ci penserà. Siamo allo scontro più duro e grave della storia politica di questo Paese. Appigli costituzionali a parte, la decisione di Mattarella che conseguenze rischia di portare?
“Ritengo legittima la decisione di Giorgia Meloni e nel rispetto dell’interesse nazionale e del popolo italiano. Non ne saprei però giudicare le conseguenze, mai viste situazioni di questo tipo”.
A questo punto alcuni partiti dovrebbero essere posti fuori legge perché incostituzionali, come riflettono i social?
“Sembra proprio così, tutti i partiti critici della Ue sarebbero incostituzionali allora. Non sembriamo più in democrazia, ma in una condizione di dittatura speculativa e glamour dei mercati finanziari dove la democrazia è solo l’autogoverno delle classi dominanti. Quando prevale il volere del popolo che succede, viene tutto rovesciato?”
Ci sono pressioni sull’Italia? E si è fatto un’idea da parte di chi?
“Ci sono eccome. Il nervosismo dei mercati, lo spread , sono tutte espressioni delle classi dominanti apolidi e della mondializzazione. Il carro armato della finanza e dello spread racconta di una vera e propria guerriglia economica in atto”.
Insomma se la democrazia non c’è, cosa c’è?
“La democrazia è morta e siamo entrati nella post democrazia, dove sono i mercati che decidono e l’élite mondialista. La volontà del popolo conta solo se coincide con la volontà delle élite”.
Ministri degli Stati esteri ci dicono chi possiamo mettere o no in un’eventuale squadra di governo – commenta il popolo social – e questo significa che siamo a sovranità limitata. Lo condivide?
“Certamente siamo a sovranità limitata o meglio annullata, ma non da ora. Non c’è quella militare perché abbiamo le basi Usa sul nostro territorio, non c’è quella monetaria perchè abbiamo l’euro come moneta privata transanazionale. Non abbiamo nemmeno più la possibilità di autodeterminarci. Siamo a sovranità azzerata”.
Il presidente della Repubblica ha chiamato l’ex commissario alla spending review Cottarelli. Sarà “governo del Presidente”, aiutato da Renzi, da Berlusconi o da chi? Facciamo delle ipotesi.
“Dico solo che è stato dimostrato tutto quello che abbiamo detto prima. Cottarelli è l’uomo che piace ai mercati, l’uomo della spending review, l’uomo che rassicura l’Europa”.