Fabio Torriero, direttore de Lo Speciale e analista politico attento, ha voluto dire la sua come giornalista, ma soprattutto come comunicatore a 360 gradi e docente di comunicazione politica. Per Torriero siamo entrati in una nuova fase storica e si stanno delineando tre “guerre del futuro”. Quanto a istituzioni abbiamo tutto da copiare: “La Regina inglese batte Mattarella 2 a 0. Non ha licenziato Cameron, è Cameron che si è dimesso”.
La riflessione poi punta il dito sui mercati, perché “non usciremo dalle loro minacce”.
‘Ha ancora senso andare a votare, c’è più la democrazia?’ Sono alcuni dei commenti social più arrabbiati. Cosa ne pensa?
“Mi limito a fare una fotografia. Oggi ci svegliamo con Cottarelli convocato al Quirinale – una carta che probabilmente c’era già, essendo stato chiamato appena qualche ora dalle dimissioni di Conte da premier – e improvvisamente le pressioni dei mercati e la dittatura dello spread non ci saranno più. Se si tornerà al voto ad ottobre, guarda caso, tornerà questo scenario e non usciremo dalle minacce dei mercati. La partita su Savona ha segnato il limite del rapporto tra la sovranità limitata dell’Italia e i condizionamenti internazionali di cui Mattarella, legittimamente dal canto suo, si è fatto interprete. Io non la metterei tanto sullo scontro tra democrazia e poteri forti, perché questo scontro c’è stato sempre, è il tema delle democrazie rappresentative in Occidente. Io sono preoccupato per tre tipi di guerre che si vanno profilando: la guerra istituzionale, quella economica e quella mediatico-politica”.
Il fatto che Salvini e Di Maio abbiano insistito su Savona, come lo interpreta?
“Non capiremo mai fino in fondo questa cosa. Ci sono varie letture. Magari Salvini voleva uscire da una situazione di pressione e si sentiva messo l’angolo e in qualche misura ha creato le condizioni per lo strappo, per parlare di guerra tra democrazia e sovranità limitata. Lo vedremo dalle prossime mosse. Se Salvini aderisce all’impeachment in qualche misura significa che c’è stata una guerra su Savona, come sarei portato a ritenere. Ma se Salvini torna nel centrodestra classico, con Fdi e Fi, allora devono pensare che non fosse poi così convinto del rapporto coi 5 stelle. Comunque, ormai si stanno delineando dei cambiamenti profondi nel panorama italiano. Se Lega e 5Stelle andranno divisi sarà un derby tra queste due forze, altrimenti se andranno uniti (e lo vedremo ora) oggettivamente si creeranno le condizioni di un polo sovranista, identitario e populista 2.0 che farà incetta di voti. Io sono di più per questa seconda ipotesi, per una certa omogeneità che vedo ormai tra loro su certi temi. Dall’altra parte a quel punto si creerà un polo radical e liberal”.
Al di là degli aspetti costituzionali, quali conseguenze se si trovassero i numeri per l’empeachment?
“In teoria dovrebbe dimettersi Mattarella e il vicario diventerebbe la Casellati. Ma sarebbe di una gravità assoluta e reputo che questo scenario non avverrà. Ritengo poi che un punto su cui riflettere è che Cottarelli non avrà i numeri. Farà un’amministrazione ordinaria, e vedendo il suo curriculum “rigorista” si capisce che sta precisamente nel solco della linea di austerity che piace a Bruxelles”.
Se Savona è anticostituzionale, a questo punto anche i partiti che hanno le stesse idee lo diventeranno?
“La riflessione, in linea teorica, è interessante. Ma la verità è all’italiana, come tutto il resto. Questo formalismo costituzionale di Mattarella, che da arbitro è diventato capitano perché ha fatto una scelta chiara e, ripeto, anche legittima da parte sua, ha una crepa: non si vede perché questa ortodossia formale in precedenza non sia stata mai utilizzata, e dire che ne abbiano avute di stranezze istituzionali. Questo fa capire che non è niente di quello sembra, c’è uno scontro in realtà tra la visione di economia, finanza europeista e un’altra risposta che è quella che sovranista-populista-identitaria”.
Ministri degli Stati Esteri ci dicono chi possiamo mettere o no in un’eventuale squadra di governo – commenta il popolo social – e questo significa che siamo a sovranità limitata. Ma non lo scopriamo oggi, sono stati abili Di Maio e Salvini a mostrare questo aspetto così con forza?
“Non è una novità che siamo a sovranità limitata, certo. Prima eravamo dentro la geopolitica del cappello americano. Ora si è aggiunto il cappello di un’Europa che non è quella delle premesse, non certo quella – a cui sarei favorevole – di De Gasperi e De Gaulle. Prima lo scontro era tra le sovranità e gli imperi geopolitici Russia e America, e il tema era recuperiamo la sovranità nazionale. Ora il tema è diverso, sovranità stemperate verso una costruzione superiore che è l’Europa. Però registro una cosa: la Regina inglese batte Mattarella 2 a 0. E’ vero che gli inglesi hanno un rapporto diverso con l’Europa, ma c’è da dire che Elisabetta si è fatta garante e interprete del voto inglese in occasione della Brexit. Non ha licenziato Cameron, è Cameron che si è dimesso”.