Tensione fra Italia e Francia dopo la vicenda Aquarius e la dura presa di posizione del ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha impedito lo sbarco dei migranti a bordo della nave Ong costringendo l’Europa ad intervenire. Per il filosofo Paolo Becchi, intervistato da Lo Speciale, la mossa del leader della Lega è stata efficace e necessaria ma non risolutiva. Intanto grandi manovre in vista delle elezioni europee. L’ex ministro greco Yanis Varoufakis infatti è in Italia per presentare il suo movimento politico, antieuropeista e antagonista che si prefigge di interpretare la risposta di sinistra al sovranismo della Lega e delle altre forze di destra. E nel M5S potrebbe fare leva su quanti sono insoddisfatti dell’alleanza con il Carroccio.
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La Francia ha lanciato accuse all’indirizzo dell’Italia per la vicenda Aquarius. E’ una dichiarazione di guerra dell’Europa al nuovo Governo giallo-verde come pensano molti osservatori?
“Mi pare evidente. La risposta giusta a questo attacco l’ha data il Premier Conte facendo capire che se le cose stanno così, tanto vale sospendere il vertice con Macron già in programma. Da che pulpito poi arriva la predica? Sappiamo tutti quello che è successo e succede a Ventimiglia. Se un immigrato passa il confine viene preso e ributtato fuori. Hanno addirittura violato i confini per venirsi a riprendere con la forza un migrante che era scappato dopo aver commesso un reato in territorio francese. La reazione ufficiale dell’Italia c’è stata e mi sembra molto appropriata. In Europa hanno capito che è finita la loro pacchia. Stavano tranquilli perché i migranti arrivati in Italia restavano tutti qui e nessuno li prendeva. Salvini adesso gli ha rotto il giocattolo fra le mani”.
Ma come mai proprio la Francia che in materia di accoglienza è l’ultima a poter dare lezioni, è stata invece la prima ad alzare la voce?
“Perché i francesi sono così, hanno l’abitudine di dare lezioni agli altri senza averne titolo, nè diritto. Pensi che la Francia controlla ancora una valuta coloniale, il Franco CFA. Il cambio fisso eccessivamente alto favorisce le multinazionali occidentali ma impedisce una politica economica e monetaria favorevole alle ex colonie francesi. Poi non dimentichiamo che il problema immigrazione è esploso in Libia dopo il crollo del regime di Gheddafi determinato proprio dai francesi. Loro fino ad oggi hanno goduto delle nostre disgrazie”.
Quindi Salvini che deve fare? Continuare la linea dura? Ma questa fino a quando pagherà? E l’Europa fino a che punto sarà disposta a consentirlo?
“Salvini ha compiuto un gesto straordinario sul piano simbolico che però temo non sia sufficiente a risolvere il problema. La vera sfida infatti non sarà dove collocare i migranti, a Valencia piuttosto che a Lampedusa, ma come contenere le migrazioni. Questo ciò che deve fare l’Europa. Altrimenti rischiamo soltanto lo scaricabarile. Da questo punto di vista sarà necessaria la collaborazione fra tutti i governi europei e Salvini ha compiuto un’azione intelligente”.
Bloccare l’Aquarius? Dalle prime reazioni sembrerebbe che in Europa non hanno gradito affatto la cosa?
“Non soltanto quella. Sta giocando di sponda con il ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer esponente della Csu, la costola bavarese della Cdu. Molto presto i due si incontreranno e questo ha creato grande scompiglio in Germania con la Merkel che ora teme un asse fra Lega e Csu. I cristiano bavaresi infatti sono stati fino ad oggi molto critici con le politiche della Cancelliera sull’immigrazione e Seehofer non è alla fine molto distante da Salvini. Sono convinto che fra i due possano nascere delle positive convergenze”.
A proposito di europee, Varoufakis è in Italia per presentare la sua lista alternativa al sovranismo di Salvini e delle destre e guarda al M5S. Potrebbe fare presa sui grillini di sinistra?
“Varoufakis dopo quello che è successo in Grecia ha perso credibilità. Può provare a portare ciò che resta della sinistra al Parlamento europeo, ma nulla più. Spero che il M5s non aderisca ad una strategia del genere e punti invece ad un’alleanza sovranista come fatto in Italia. Poi se ci saranno singoli esponenti ex 5S che vorranno seguire Varoufakis come Pizzarotti lo facciano pure, saranno del tutto ininfluenti. Io parlo a Di Maio e ai dirigenti pentastellati. C’è la concreta possibilità fra un anno di creare un terzo polo in Europa alternativo ai Popolari e ai Socialisti in grado di sparigliare le carte. Esperimenti come quello di Varoufakis penso avranno lo stesso successo che forze come Potere al Popolo hanno avuto in Italia. Si tratta di un’operazione fallimentare, guidata da un presunto leader già politicamente fallito in casa propria”.