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Melania contro Donald Trump: scoppia il caso sui migranti minori

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Migranti, anche Melania scende in campo e bacchetta Trump. Ma che è successo? Alla Cnn la sua portavoce Stephanie Grisham, commentando il caso dei 2000 bimbi separati al confine col Messico dai genitori entrati in modo illegale, a causa della ‘tolleranza zero’ del governo Trump,  ha spiegato che Melania “crede che dobbiamo essere un paese che segue tutte le leggi ma anche un Paese che governi col cuore”.

La first lady “odia vedere bambini separati dalle loro famiglie e spera che entrambi gli schieramenti possano alla fine unirsi per ottenere una riforma immigratoria di successo”.

Ma lo stesso Trump ha voluto smentire di essere un tiranno sulla pelle dei bambini riproponendo un tweet pubblicato per puntare il dito contro i democratici:  “I democratici stanno provocando la separazione delle famiglie al confine con la loro orribile e crudele agenda legislativa” ha scritto il Presidente Usa. “Ogni legge sull’immigrazione – ha aggiunto – deve avere il pieno finanziamento del muro, porre fine agli arresti e agli immediati rilasci, alla lotteria per i visti e ai ricongiungimenti familiari. Bisogna arrivare ad un’immigrazione basata sul merito”.

Intanto anche l’Unhcr ha esortato Washington a smettere di separare i bambini migranti da padre e madre al confine con gli Stati Uniti, definendo la politica della Casa Bianca come “irragionevole”.

“Il pensiero che qualsiasi Stato cerchi di scoraggiare i genitori infliggendo tali abusi sui bambini è irragionevole”, ha dichiarato Zeid Ra’ad Al Hussein, Alto commissario Onu per i diritti umani aprendo la sessione dell’Unhcr a Ginevra.

A destare non poche preoccupazioni e sospetti, anche il fatto che Donald Trump si è congratulato con il premier ungherese Viktor Orban per la formazione del nuovo governo ed “entrambi i leader hanno concordato sulla necessità di forti confini nazionali“. I due si sarebbe impegnati “a mantenere forti le relazioni fra Stati Uniti e Ungheria”, aspetto divulgato dalla stessa Casa Bianca riferendo di una telefonata tra i due.

Se si somma questa telefonata alla decisione dell’amministrazione Usa di imporre dazi al 25% per 50 miliardi di dollari alle importazioni cinesi in parte dal 6 luglio, beh si capisce che direzione sta prendendo il mondo, non certo quella di Obamiana memoria.

 

 

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