Vitalizi, nuove leggi, referendum, Europa: la strategia del grillino doc Fraccaro

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Il Parlamento non ha ancora cominciato a lavorare. E i media chiedono all’esecutivo di dimostrare con i fatti gli slogan. Ma se “non inondiamo subito il Paese di nuove leggi, io sono contento” dice oggi un grillino doc spiegando che si tratta di una strategia.

A definirla e presentarla come tale è stato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, che in un’intervista a Repubblica ha voluto sottolineare la differenza che passa tra il governo giallo-verde e i precedenti, più atti a legiferare in modo “cronico” e inutile.

“Io penso che non dobbiamo inondare il Paese di leggi, procediamo in modo ragionato ed efficace: sono contento di questo” ha spiegato il ministro con la delega per la democrazia diretta. E proprio alla democrazia diretta sarà volta la sua attività, che si occupa di curare e regolare i rapporti tra il Governo e il Parlamento.

Infatti avverte che il primo provvedimento che presenterà sarà un disegno di legge di riforma costituzionale sui referendum propositivi nel maggior numero di materie possibili. Ma non sull’Europa, almeno non subito anche se avverte di voler abolire il quorum di partecipazione ai referendum abrogativi come suggerisce lo stesso Consiglio d’Europa e anche semplificare la procedura di raccolta delle firme: “Ne discuteranno i parlamentari. Io vorrei ci fosse l’obbligo di referendum in caso di ratifica dei trattati Ue”, ha spiegato.

Obiettivo di Fraccaro rendere “effettivi gli strumenti esistenti come il referendum abrogativo” e l’introduzione del “referendum propositivo con una riforma costituzionale, diffondendolo anche a livello locale, regionale e comunale”.

Semplificare per Fraccaro vuol dire “opzione zero: migliorare la vita del cittadino senza fare una legge. Deve tremare il polso dei parlamentari quando si vota una legge. Perchè deve essere studiata e meditata. Gli italiani vogliono poche leggi fatte bene. Noi dobbiamo procedere con ponderatezza a sistemare il Paese”.

Equità sociale invece significa taglio dei vitalizi, sottolineato dallo stesso spirito della Costituzione come illegittimo, e i grillini sono pronti a giocarsi tutto. E ben venga anche il rischio dei ricorsi ma “intanto si tagliano. I ricorsi sarebbero antistorici, perchè rappresentano il tentativo di conservare delle posizioni di rendita che non solo l’opinione pubblica non condivide”.   In realtà la battaglia è vecchia e ha sempre caratterizzato i pentastellati. I vitalizi per Fraccaro & co. non sono diritti acquisiti, ma privilegi rubati.

D’altronde il vice premier Luigi Di Maio è stato chiaro quando ha saputo che ex parlamentari minacciavano un’azione civile e amministrativa contro il taglio del “privilegio” del vitalizio: “Il popolo italiano dovrebbe fare una class action contro questi nababbi a carico nostro per farci restituire tutto quello che si sono intascati in questi anni”.

 

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