Innsbruck, parla G.Chiesa: “A Salvini servono alleati. Crisi europea in accelerazione”

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Al via domani il vertice dei ministri dell’Interno dell’Unione Europea convocato ad Innsbruck. Per la prima volta dalla formazione del governo giallo-verde, la linea di Matteo Salvini ha subito una prima frenata dalle parti del Movimento 5Stelle che ha stoppato la proposta del leader leghista di chiudere i porti italiani alle missioni internazionali per il salvataggio dei migranti. Lo Speciale ha chiesto un commento in merito al giornalista Giulietto Chiesa, esperto di scenari geopolitici. Salvini tuttavia avrà prima un bilaterale con il ministro dell’interno tedesco Seehofer e poi un trilaterale cui si aggiungerà ai primi due anche l’omologo austriaco Kickl. Obiettivo, unire le forze per ottenere una più incisiva difesa delle frontiere esterne, e su questo Salvini pare poter contare sul sostegno dell’intero governo.

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A Salvini è giunto un primo altolà dai suoi alleati di governo. Sulla proposta di chiudere i porti alle missioni internazionali di soccorso ai migranti, i ministri della Difesa e degli Esteri hanno detto no. Che significa? Che il Ministro dell’Interno andrà al vertice di Innsbruck indebolito?

“Su questo punto è evidente l’esistenza di divergenze all’interno del Governo, come del resto è stato subito chiaro dalla lettura del contratto sottoscritto fra Lega ed M5S. Salvini ha giocato fino ad oggi come colui che nel poker ha in mano un certo tipo di carte, che però sono efficaci nel momento della sorpresa. Poi subito dopo gli altri giocatori entrano in campo e rilanciano le loro. Del resto il M5S risente del massiccio appoggio e dell’incoraggiamento del sistema mediatico italiano, che ha ormai individuato Salvini come parafulmine. In questo momento quindi è inevitabile che il leader leghista si trovi in difficoltà per ciò che riguarda il sostegno politico alla sua azione. Rischia di non avere più un consenso esterno alla Lega”.

Intanto però ad Innsbruck, Salvini incontrerà sia Seehofer che Kickl con l’intento di costituire un asse che porti ad irrigidire la politica europea in difesa delle frontiere esterne. Vede possibile questo accordo a tre?

“Ad oggi i loro interessi penso siano perfettamente convergenti, e poiché la gran parte delle decisioni verranno prese sulla base degli interessi immediati, suppongo che avranno la necessità di unire le forze per poter ottenere risultati nel più breve tempo possibile”.

Questo vertice quindi quanto potrà davvero essere decisivo per Salvini? Quali concreti risultati potrà portare a casa?

“Dipenderà dalla vastità dello schieramento che potrà crearsi intorno alle richieste dell’Italia. Se Salvini riuscirà ad andare oltre il patto a tre con Germania e Austria ricevendo sostegno anche da altri Paesi, penso alla Grecia e alla Spagna, allora qualche speranza in più di ottenere risultati concreti potrà averla. In ogni caso mi pare che Schengen sia in difficoltà a prescindere, e ritengo che alla fine si studieranno soluzioni di emergenza temporanee sulle quali Italia, Germania e Austria, avranno tutto l’interesse a convergere”.

Anche il ministro francese Collomb ha chiesto un bilaterale con Salvini. Per ottenere cosa? Stoppare l’asse italiano con Germania e Austria?

Ho l’impressione che la Francia non voglia offrire nulla, vuole soltanto vedere se Salvini otterrà davvero qualcosa. Il nostro Ministro dell’Interno si sta guardando intorno per capire quale possa essere lo schieramento che ci possa meglio agevolare. Sulla base delle dichiarazioni fatte da Macron non vedo alcuna possibilità di ottenere concessioni da Parigi. Ho letto i sondaggi francesi e da questi risulterebbe che l’opinione pubblica sta con Macron per ciò che riguarda la politica migratoria. Il presidente francese quindi non ha necessità di inseguire nessuno. visto che ha le spalle coperte dal suo popolo, così come le ha il premier ungherese Orban e le hanno i leader dei Paesi baltici.  Le spinte populiste sono ormai prevalenti e quindi i governanti si regolano di conseguenza. E’ comodo per loro decidere sull’immigrazione seguendo l’umore popolare. Il problema è che quando si discute di questioni economiche invece vanno tutti in direzione opposta”. 

La fine dell’Europa a questo punto è più vicina?

“Credo di sì, l’Europa sta perdendo pezzi ogni giorno. Che poi crolli del tutto questo è un altro discorso. Il palazzo è stato costruito su basi solide che non possono venire giù di colpo. Sarà una crisi lenta e logorante che dalla Brexit in poi sta procedendo inesorabilmente. Non si vedono segnali di frenate ma piuttosto di accelerazione verso un disgregarsi definitivo. Se poi a tutto ciò aggiunge il fatto che il grande alleato americano sta giocando per conto proprio, addirittura mostrandosi in certi casi ostile verso l’Europa, con espliciti ricatti anche in vista del prossimo vertice della Nato, appare chiaro come la direzione europea sia in grande difficoltà. Essa ha due nemici: da una parte i popoli che vanno per conto proprio e rifiutano le logiche europeiste, e dall’altro gli Stati Uniti che vogliono recidere certi antichi legami. Ma gli Usa restano il grande capo e se questo cambia linea mi domando come possano i vertici europei mantenere la loro”  

 

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