Foa bocciato, parla Becchi: “Salvini ha sbagliato strategia. M5S s’è preso tutto”

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Marcello Foa non ha superato la prova del voto in Commissione di Vigilanza Rai. Non ha ottenuto i voti necessari per veder ratificata la sua elezione a presidente della Rai da parte del Parlamento. Servivano 27 voti, ne ha avuti solo 22. Forza Italia è rimasta ferma sulle sue posizioni e insieme a Pd e Leu non ha partecipato al voto. Per il filosofo Paolo Becchi intervistato da Lo Speciale, quella di oggi potrebbe essere la giornata cruciale in grado di segnare la fine del centrodestra e dell’alleanza fra Lega e Forza Italia. Ma anche Salvini a suo giudizio avrebbe dovuto gestire meglio la vicenda.

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Foa non ce l’ha fatta, Berlusconi è stato di parola e non lo ha votato. Una sconfitta per Salvini?

“E’ evidente che ormai, anche formalmente, l’alleanza di centrodestra non esiste più. Quando Berlusconi ha fatto il famoso passo di lato, dando semaforo verde a Salvini per andare al governo con il M5S garantendo comunque la sopravvivenza della coalizione elettorale del 4 marzo, ha fatto una promessa che oggi potremmo definire ‘da marinaio’. Mi sembra evidente che nel momento in cui Foa non riesce a diventare presidente della Rai per un veto posto dal leader di Forza Italia, non si possa più parlare di centrodestra unito. Ma Salvini purtroppo non esce molto bene da questa vicenda”.

Perché?

“Non si può esultare del fatto che, essendo Foa il consigliere più anziano, sarà comunque lui a svolgere le funzioni di presidente pur non essendolo a tutti gli effetti. Tutto questo non ha senso, perché dal punto di vista giuridico svolgere le funzioni di presidente senza esserlo, significa avere poteri molto limitati. Non potrà esercitare quel ruolo politico che spetterebbe ad un presidente pienamente investito del ruolo, sulla direzione di un’azienda importante e complessa come è la Rai. Salvini non esce affatto rafforzato da questa situazione. L’unico vantaggio è che si è fatta finalmente chiarezza sul rapporto con Berlusconi”. 

Ma cosa avrebbe dovuto fare il leader leghista che non ha fatto?

“Convincere Berlusconi a votare Foa e avere così il presidente della Rai. La vicenda andava gestita da lui in modo diverso. Ho la sensazione che questa partita sulle nomine la stia vincendo il Movimento 5Stelle. E’ vero che la Lega sta crescendo nei sondaggi, ma le elezioni non sono in programma domani e non sono nemmeno dietro l’angolo. Sul Consiglio superiore della Magistratura, il Carroccio ha fatto passare i tre nomi laici proposti dal M5S che a leggere il loro curriculum sembrerebbero più vicini alle posizioni della sinistra che a quelle del centrodestra; così su sette membri, quattro è come se fossero dell’opposizione. Su Cassa Depositi e Prestiti ha vinto il candidato grillino. Erano rimaste le nomine Rai, ma anche qui le cose non sono andate per il verso giusto. Il sovranista Foa è stato azzoppato in Vigilanza, ma i 5S si sono presi l’amministratore delegato. Ci è rimasto ora il posto vacante nella Corte Costituzionale. Si prenderanno anche quello?”.

Salvini insomma avrebbe dovuto chiedere il soccorso di Berlusconi? Avrebbe dovuto concordare il nome del presidente con gli azzurri?

“Non ho visto dietro la scelta di Foa una precisa strategia, mi è sembrata più una decisione improvvisata, quasi estemporanea, però la prima cosa che Salvini avrebbe dovuto fare sarebbe stata quella di contattare gli alleati del centrodestra e sottoporre loro la proposta. Mi dicono che il leader della Lega questa strategia non l’abbia attuata,limitandosi a fare un tentativo in extremis ieri sera. Forse si è mosso troppo tardi. Ora a buon gioco Berlusconi a giustificarsi dicendo che l’opposizione a Foa non è sul nome ma sul metodo, e ad accusare Salvini di non averlo coinvolto nella scelta”.

Che effetto le ha fatto vedere schierati contro Foa, Forza Italia, Pd e Liberi e Uguali?

“Mi pare che da parte di Berlusconi vi sia il tentativo di avvicinamento al Pd, tentativo che però penso non sarà apprezzato dagli elettori azzurri e farà perdere consensi a Forza Italia. Direi che la situazione politica si sta notevolmente complicando. Il problema ora è come riequilibrare in queste condizioni l’informazione in Rai che al momento appare sbilanciata contro il Governo. Non si tratta di occupare l’Azienda di Stato e uniformarla alla maggioranza giallo-verde, ma riportare un concreto pluralismo all’interno del servizio pubblico, dando spazio a tutte le voci, anche quelle sovraniste che fino ad oggi sono state in larga parte oscurate ma che, stando ai sondaggi, sono maggioritarie nel Paese. Un presidente dimezzato come Foa sarà in grado di farlo? Oggi, per come si sono messe le cose, uno come lui potrebbe essere molto più utile come direttore di un telegiornale Rai. Forse a questo punto converrebbe procedere proprio alla nomina dei direttori dei telegiornali e delle reti, visto che per fare questo non ci sarebbe bisogno di un presidente effettivo, in attesa di far decantare la situazione”. 

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