Parla Di Stefano (CP): “Siamo andati dai gilet gialli. Siamo vicini”

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Un appoggio alle rivendicazioni dei gilet gialli e un’alleanza in vista delle prossime elezioni europee. E’ quanto il leader pentastellato Luigi Di Maio ha offerto ai leader della rivolta francese che sta infiammando le piazze di Parigi. “Il Movimento 5 Stelle è pronto a darvi il sostegno di cui avete bisogno – scrive Di Maio ai gilet francesi – Come voi, anche noi, condanniamo con forza chi ha causato violenze durante le manifestazioni, ma sappiamo bene che il vostro movimento è pacifico”. Il vicepremier inoltre si dice pronto a mettere a disposizione dei gilet gialli “alcune funzioni del nostro sistema operativo per la democrazia diretta, Rousseau, per esempio call to action per organizzare gli eventi sul territorio o il sistema di voto per definire il programma elettorale e scegliere i candidati da presentare alle elezioni”. Ma M5S e gilet gialli hanno davvero tanto in comune? Oppure quella di Di Maio è soltanto un’operazione strumentale in vista delle prossime elezioni europee? Per questa seconda ipotesi propende chiaramente CasaPound con il segretario nazionale Simone Di Stefano raggiunto da Lo Speciale.

Sinceramente, vi sareste aspettati che i gilet gialli avrebbero tenuto duro portando avanti la protesta anti-Macron?

“Non ce lo aspettavamo, come del resto penso tutti, anche perché l’informazione da noi non sempre ha dato notizie veritiere su quanto stava avvenendo a Parigi. C’è stato un momento in cui a sentire i media sembrava tutto finito, ma bastava farsi un giro sui social per rendersi conto di come la protesta andava invece avanti ininterrottamente. Vuol dire che c’è una forte rabbia contro il sistema”.

Cosa pensa del sostegno politico e logistico attraverso la piattaforma Rousseau che Luigi Di Maio ha offerto ai gilet gialli?

“Francamente non capisco proprio che c’entri il M5S con i gilet gialli. Quelli stanno un piazza e Di Maio sta al governo dove potrebbe tranquillamente realizzare almeno un decimo delle rivendicazioni portate avanti dai manifestanti francesi. Invece i 5S non stanno facendo altro che seguire come tutti i diktat dell’Unione europea, hanno fatto tante promesse disattese, dalle autostrade al reddito di cittadinanza che alla fine sarà tutta un’altra cosa. Mi sembra tanto una mossa quella di Di Maio utile a riguadagnare consenso in un elettorato molto deluso da tanti impegni fin qui disattesi”.

Quali differenze nota fra i gilet gialli francesi e i gialloverdi italiani?

La differenza sostanziale sta nel fatto che nella piattaforma dei gilet gialli è contemplata l’uscita dalla Ue e dall’euro. Questa cosa i 5Stelle se la sono completamente dimenticata. Ricordo bene quando Di Maio girava l’Italia sostenendo la necessità di liberare il nostro Paese dal cappio dell’euro. Mi pare che di questo argomento non si parli più da molto tempo. Stanno al governo, trattano con Bruxelles, accettano le condizioni imposte dalla Ue, elogiano Mattarella come garante dopo averlo attaccato per mesi. I gilet gialli stanno in piazza a chiedere che tutti i redditi siano fissati a 12oo euro e non a 780 euro come prevede il reddito di cittadinanza. Stanno in strada dalla mattina alla sera a sfidare la Polizia, cosa che i 5S non hanno mai fatto nemmeno quando stavano all’opposizione”.

Nemmeno il Grillo delle origini, quello del vaffa day richiama in qualche modo delle analogie?

“Quella del M5S è una rabbia incanalata dai media, non è spontanea come quella dei gilet gialli. Lo stesso Grillo è un prodotto della sinistra, che utilizzandolo come spauracchio ha finito per fargli fare incetta di consensi. Un po’ come sta avvenendo con Salvini. Invece di criticare il governo sulle questioni sostanziali, hanno creato il mostro Salvini, accusandolo di essere fascista, razzista, xenofobo. Continuano a fare una difesa strenua degli immigrati senza rendersi conto in questo modo di far guadagnare sempre più consensi al leader della Lega. La sinistra è fenomenale nel far vincere gli avversari con l’arma della denigrazione. Un vizio che non perderanno mai nonostante le batoste elettorali”.

Voi di CasaPound vi sentite vicini ai gilet gialli e fino a che punto?

Ci sentiamo totalmente vicini alla loro azione e siamo andati anche a Parigi con una nostra delegazione a portare solidarietà e ad esporre nei loro cortei la nostra bandiera dell’Unione europea sbarrata, che esibiamo in tutte le manifestazioni. L’abbiamo data ai gilet gialli affinché possano sventolarla in nome di una totale comunanza di vedute”.

Quali differenze vede fra Francia e Italia? Da noi un simile movimento di protesta non è mai durato così a lungo. Come se lo spiega? 

“Iniziamo con il dire che la situazione italiana dal punto di vista economico -sociale delle classi medio basse è leggermente migliore che in Francia. Non è vero che da noi non possano nascere movimenti spontanei di protesta in grado di durare. Penso per esempio all’esperienza dei Forconi. Ad un certo punto quella rabbia si riversò nelle piazze con le stesse modalità dei gilet. Ai Forconi mancò però una piattaforma di rivendicazioni vera, ci ritrovammo tutti a Piazza del Popolo senza sapere bene cosa fare.  Ma se sussistono le condizioni non è detto che questi fenomeni non possano presentarsi anche da noi e avere successo”.  

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