Oggi è il giorno del reddito di Cittadinanza. Giorgia Meloni è la prima a scendere in campo contro la misura del governo giallo-verde, che definisce “un modo per comprare il voto della gente, un ricatto ai siciliani” perché, spiega, “questi soldi non ci sono”. “Il problema in una terra come la Sicilia – osserva – è che il lavoro non c’è. I siciliani non vanno mantenuti con il ‘metadone’ del Reddito di cittadinanza, dopo il quale resteranno poveri e disoccupati. Ci vogliono le infrastrutture di cittadinanza”.
Insomma per la leader di Fratelli d’Italia si tratta di una droga. E per gli altri?
Per Luigi Di Maio è ovviamente diverso. Si tratta della “prima card nella storia della Repubblica per il reddito di cittadinanza e ci saranno tanti cittadini che aderiranno a quota 100”.
Ma è Beppe Grillo, dal suo Blog, a tracciare il nuovo orizzonte: “Il vero spettro che aleggia sul sistema sociale di tutti i paesi industrializzati si chiama ‘automazione’“, torna ad ammonire. “I processi produttivi e di erogazione di servizi stanno cambiando così velocemente che nessuno di noi sa bene cosa succederà tra 5 anni. La riposta a questa insicurezza cosmica potrebbe essere il reddito Base Europeo. Un reddito concesso incondizionatamente a tutti i cittadini dell’UE e ai residenti legali a lungo termine”.
Ci pensa MariaStella Gelmini però a infrangere il sogno: “I provvedimenti del governo – al netto del decreto sicurezza, delle misure sull’immigrazione e della legittima difesa – stanno creando gravi danni all’economia, sfasciano i conti pubblici, premiano un assistenzialismo inutile e bloccano crescita e sviluppo. Quindi io credo che per Salvini sia giunto il momento di fermare la deriva grillina”.
E l’economista forzista Brunetta avverte: “La Lega rompa con i Cinque Stelle o basta patti locali”.