Parla Rinaldi (Lega): “Cosa succede nel centrodestra fra Salvini e Meloni”

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La Lega minaccia di correre da sola in Veneto alle elezioni di primavera se gli alleati si rifiuteranno di ridiscutere le candidature nelle altre regioni chiamate al voto. Fratelli d’Italia ha blindato la candidatura di Raffaele Fitto in Puglia, Forza Italia quella di Stefano Caldoro in Campania. Dopo la sconfitta in Emilia Romagna però Salvini non sembra per niente disposto a rischiare pure in Toscana e vorrebbe prendersi la Puglia, cedendo la Campania a Fdi. Anche perché il leader del Carroccio non avrebbe gradito certe critiche giunte dall’interno del centrodestra alla candidatura di Lucia Borgonzoni giudicata troppo debole. Insomma, a leggere i giornali la tensione sarebbe alle stelle. Ne abbiamo parlato con l’europarlamentare della Lega Antonio Maria Rinaldi reduce dalla riunione del gruppo sovranista Identità e Democrazia dove è stato immortalato il suo baciamano a Marine Le Pen.

Che sta succedendo nel centrodestra?

“Nulla, perché?”.

Si legge che la Lega minaccia di correre da sola in Veneto se gli alleati si ostineranno a non voler ridiscutere le candidature in Puglia e in Campania. Non è così?

I giornali, spesso e volentieri, spacciano per notizie i loro desideri. Vorrebbero che il centrodestra si sfasci, invece purtroppo per loro siamo uniti e compatti e pronti a vincere le regionali di primavera”.

Non è vero nemmeno che in Puglia avete messo in discussione la candidatura di Raffaele Fitto?

“Non è questione di nomi, qui non si tratta di decidere per simpatie o antipatie personali. Dobbiamo individuare i candidati migliori per vincere”.

Fitto forse non lo è?

La Puglia non è il mio collegio elettorale quindi non ho una conoscenza approfondita delle dinamiche regionali. Tuttavia non c’è nessuno scontro, è in atto una normale dialettica nella coalizione con l’obiettivo, ripeto, di scegliere il candidato migliore. Non sto dicendo che Fitto non lo sia, ma penso sia necessario fare delle attente valutazioni, anche confrontandosi con il territorio. Perché poi sono i dirigenti locali quelli che conoscono a fondo la situazione e sanno come certe candidature potranno essere o meno percepite”.

Fratelli d’Italia però ha detto che Fitto non si discute e Forza Italia ha detto altrettanto di Caldoro in Campania. Quindi?

Non mi risulta che la discussione sia in questi termini, prendere o lasciare. Lo scrivono i giornali, ma come detto credo sia più un loro desiderio”.

Pare che Salvini non voglia rischiare in Toscana dove teme una seconda sconfitta. La Toscana è il suo collegio elettorale, anche lei la vede difficile?

Non credo proprio, penso invece che in Toscana la partita sia apertissima come in tutte le altre regioni. Per questo insisto a dire che vanno scelti i candidati migliori”.

Lucia Borgonzoni in Emilia Romagna non lo è stata?

In Emilia Romagna abbiamo ottenuto un grande risultato. vincere era decisamente difficile ma la partita l’abbiamo giocata fino in fondo, e per una volta la sinistra ha dovuto faticare per non perdere”. 

Salvini ha esagerato in campagna elettorale caricando di eccessivo significato nazionale il voto in Emilia e facendo la tanto contestata citofonata al Pilastro?

“Il risultato dell’Emilia era il massimo che si potesse ottenere. Non ci sono stati errori e non abbiamo rimpianti. Certo, se avessimo vinto saremmo stati tutti più contenti, ma proprio perché sapevamo quanto fosse difficile la sfida, Salvini è sceso in campo in prima persona. E per una volta abbiamo giocato ad armi pari in una regione dove la vittoria della sinistra è stata sempre scontata e con percentuali quasi bulgare che stavolta si sono sognati. La sinistra finge di non vedere che sulla cartina dell’Italia avanza a macchia d’olio il colore azzurro in tutte le regioni. Fossi in loro mi preoccuperei, visto che l’Emilia rischia di restare l’ultima enclave italiana del Pd e soci”.

Come avrà notato, negli ultimi tempi all’interno del centrodestra sembra rivivere il periodo dello scontro Berlusconi-Fini, con i media che sembravano osannare il secondo per spingerlo alla rottura con il primo. Ora lo schema sembra ripetersi con il dualismo Salvini – Meloni. Vi preoccupa la competizione interna con la leader di Fratelli d’Italia?

Assolutamente no, anzi meno male che c’è questa competizione visto che ci ha fatto aumentare i voti. La competizione, quando è sana, fa sempre bene alle coalizioni, aiuta a crescere. Poi è ovvio che Lega e Fdi evidenzino le differenze, altrimenti saremmo un unico partito. Ed è anche positivo che intercettino elettorati diversi”.

Non temete quindi che Fdi possa togliervi consensi nel campo conservatore e sovranista?

“Mi pare che finora FdI abbia intercettato soprattutto i voti in uscita da Forza Italia, visto che il partito di Berlusconi è l’unica forza del centrodestra che ha visto calare i propri consensi. Sia noi che la Meloni siamo invece aumentati portando il centrodestra oltre il 40 per cento. Mi pare quindi che questa competizione ci faccia molto bene, poi è ovvio che i media cerchino di mettere Salvini e Meloni l’uno contro l’altra. Come ha detto giustamente lei, si tratta di un copione già visto. Un gioco che però non riuscirà”.

Sicuro di riuscire a chiudere il nodo delle candidature regionali senza rotture?

“Assolutamente sì, al di là di quella che sarà la doverosa dialettica interna il centrodestra si presenterà unito e compatto ai prossimi appuntamenti. Non ci sono tensioni fra noi. Anche qui all’Europarlamento, pur appartenendo a famiglie diverse, quando abbiamo occasione di collaborare gli uni con gli altri non ci tiriamo mai indietro”. 

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