Il Senato ha accordato la fiducia al governo Draghi con 262 voti a favore, 40 contrari e due astenuti. Un risultato scontato vista l’ampia base parlamentare a sostegno del nuovo esecutivo, defezioni grilline comprese. Quindici senatori M5s hanno detto no, mentre otto non hanno partecipato alla votazione. Ora il governo dovrĂ ottenere la fiducia alla Camera, ma anche qui non ci saranno sorprese. Abbiamo chiesto un commento sul nuovo governo al filosofo Massimo Cacciari.
Ha ascoltato il discorso di Draghi in Senato? Sono state rispettate le aspettative?
“Assolutamente sì, un discorso di alto profilo e strettamente collegato alle necessitĂ del momento. Vaccinazioni rapide ed efficaci, riprogrammazione e gestione del Recovery Plan con investimenti sicuri degli aiuti europei rivolti alla ripresa economica, riapertura delle scuole, transizione ecologica, queste le direttrici su cui si baserĂ l’azione dell’esecutivo. Non è piĂą tempo di tatticismi, è il momento di agire, e Draghi ha indicato perfettamente il perimetro entro cui intende muoversi. Diciamo che la stagione delle incertezze e delle ambiguitĂ possiamo considerarla alle spalle”.
Ma lei crede davvero che un governo sostenuto da una maggioranza tanto disomogenea possa viaggiare spedito?
“Mi pare che le forze politiche abbiano compreso perfettamente la posta in gioco e nel sostenere tutti uniti lo sforzo del nuovo premier c’è sicuramente la piena consapevolezza di non poter tirare troppo la corda, facendo perdere tempo prezioso al Paese. Mi auguro non siano così irresponsabili da intralciare il lavoro del governo. Anche perchĂ© se si doveva andare avanti con la stagione dei tatticismi e delle prove muscolari tanto valeva tenersi Conte”.
C’è chi ha criticato la composizione del governo. Lei lo vede quell’alto profilo invocato dal presidente Mattarella?
“L’alto profilo c’è sicuramente nel presidente Draghi e nei ministri tecnici da lui scelti nei ministeri chiave. Per quanto riguarda la composizione politica ci sono i soliti nomi. Ma tenga conto che questo sarĂ un governo le cui redini saranno tutte nelle mani del premier e dei collaboratori che si è portato con lui, tutte persone di valore, competenti e serie. La politica come detto avrĂ un ruolo marginale nelle scelte fondamentali e meno male che sarĂ così”.
Pensa che Draghi riuscirĂ a portare in porto le riforme che servono al Paese?
“Su questo ho qualche dubbio, anche perchĂ© si tratta di riforme che sono in ballo da trent’anni e che non si è mai riusciti a realizzare. Non credo ci riuscirĂ l’attuale governo in un anno e mezzo. Per quanto Draghi abbia delle straordinarie capacitĂ , non possiede comunque la bacchetta magica. Ora sarĂ fondamentale far ripartire l’economia ed uscire dall’emergenza pandemica in accordo con l’Europa dove certamente il nuovo premier gode della massima credibilitĂ e potrĂ ottenere ciò che serve alla ricostruzione del nostro tessuto economico, industriale e produttivo devastato dal Covid con tutte le drammatiche conseguenze che ne sono derivate. Certamente si dovrĂ aprire una fase nuova, questo è fuor di dubbio “.
Il premier ha molto insistito sul profilo europeista del suo governo che è sostenuto anche dalla Lega. Lei si fida della svolta europeista di Salvini?
“Se la Lega ha accordato la fiducia a Draghi non vedo perchĂ© dovremmo dubitare della buona fede di Salvini. Sono solito giudicare sulla base dei fatti, non dei pregiudizi. Vedremo in seguito se questa svolta della Lega è davvero sincera o se invece è una mossa puramente opportunistica. Lo valuteremo strada facendo. Per il momento non possiamo che prendere atto e apprezzare questo cambio di visione della Lega nei confronti dell’Europa, con la speranza che la stagione del sovranismo almeno da noi possa dirsi conclusa”.
Pensa che quando si tornerĂ alle elezioni, fra un anno o due, ci ritroveremo gli stessi schieramenti politici attuali, ovvero il centrodestra come è oggi e un centrosinistra modello maggioranza giallorossa? Oppure prevede che l’esperienza del governo Draghi comporterĂ una ricomposizione delle alleanze?
“Non credo. Ormai penso che l’alleanza fra Pd ed M5S sia un dato di fatto. I grillini perderanno pezzi ma questo sarĂ inevitabile, anche se la maggioranza resterĂ fedele alla linea di Grillo che ormai è chiara ed è quella di consolidare l’alleanza con i dem e con la sinistra. Dall’altra parte il centrodestra, diviso oggi sul sostegno a Draghi, si ritroverĂ unito alle elezioni, sia amministrative che politiche e non avrĂ altra scelta. Quindi penso che questo sarĂ lo schema che vedremo riproposto anche in seguito”.
E Renzi? Anche lei come Zingaretti lo vede ormai nel centrodestra?
“Ma non diciamo sciocchezze. Che c’entra Renzi con il centrodestra? Lui cercherĂ di rafforzare un’area centrista ma il suo orizzonte sarĂ comunque quello di un’alleanza di centrosinistra. Credo che a Renzi dovrebbero fare un monumento visto che è soltanto grazie a lui se oggi abbiamo il governo Draghi. Comunque la si pensi questa era la migliore soluzione possibile in questo momento per il nostro Paese. Quindi, simpatico o meno, il leader di Italia Viva va soltanto ringraziato”.