Green pass, vince la linea dura di Draghi. Salvini cede, Lega spaccata

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Da oggi, 6 agosto, sarà obbligatorio avere il green pass per usufruire di alcuni servizi come bar e ristoranti al chiuso, palestre e piscine, eventi e convegni. Le regole in vigore sono contenute nel primo decreto del governo sul certificato verde che si ottiene dopo una dose di vaccino anti-Covid, l’avvenuta guarigione dal virus nei sei mesi precedenti o un tampone negativo valido per 48 ore.

Intanto ieri il governo ha dato il via libera ad un secondo decreto che disciplina l’uso del certificato anche per le scuole e i trasporti. Le nuove regole decise dal Cdm impongono il pass obbligatorio anche per il personale della scuola, per i lavoratori dell’università e per gli studenti degli atenei. Per quanto riguarda i trasporti, il green pass sarà obbligatorio per i passeggeri del trasporto a lunga percorrenza, a partire da aerei e treni. I docenti e il personale scolastico che non si vaccinerà potrà rischiare la sospensione dallo stipendio. 

Per gli studenti non è previsto l’obbligo di green pass, il governo intende però monitorare l’andamento dei contagi in maniera più sistematica e per questo ha inserito nel decreto green pass un piano di screening della popolazione scolastica. In tutta Italia si tornerà a scuola in presenza e la didattica a distanza riprenderà soltanto se si renderà necessario istituire nuove zone rosse. 

Ma la parte senza dubbio più delicata riguarda il mondo della scuola, gli insegnanti e il personale. Recita il decreto: “Il mancato rispetto delle disposizioni è considerata assenza ingiustificata e, a decorrere dal quinto giorno di assenza, il rapporto di lavoro è sospeso e non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominato”.

Il ministro dell’Istruzone Bianchi ha poi spiegato: “Per il personale che non si vuole vaccinare vale l’invito a fare il tampone. In caso di rifiuto, si considera assenza ingiustificata e a decorrere dal quinto giorno il rapporto di lavoro è sospeso, senza retribuzione. Non c’è fine del rapporto di lavoro, è un provvedimento cautelativo che ha al centro la sicurezza delle persone”.

Il Consiglio dei Ministri di ieri sembra sia filato liscio come l’olio, nonostante la Lega avesse espresso forti riserve sull’obbligo vaccinale per gli insegnanti. Si temeva un nuovo braccio di ferro nella maggioranza, come avvenuto sulla riforma della Giustizia con il Movimento 5Stelle, invece alla fine il Carroccio non ha fatto nessuna resistenza. Ha vinto la linea governista di Giorgetti e Garavaglia, la linea della moderazione contro quella barricadera dei Borghi e dei Bagnai. 

Come riporta Il Giornale sarebbe stata decisiva una telefonata fra il premier Mario Draghi e Matteo Salvini. “D’altra parte, che il clima fosse cambiato a Palazzo Chigi – scrive il quotidiano diretto da Augusto Minzolini- lo avevano iniziato a sperare già da mercoledì. Quando, per la prima volta da tempo, a proposito del dossier immigrazione il leader della Lega non aveva usato toni caustici verso il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. L’ex vicepremier, infatti, apriva nella sostanza al green pass, con alcune puntualizzazioni: no a limitazioni in alberghi e, almeno per tutto agosto, sui mezzi di trasporto; garanzia di scuola in presenza per tutti i bambini; prudenza sul posto di lavoro. Usciti i primi lanci d’agenzia, a Palazzo Chigi c’è stato chi ha preso nota delle richieste di Salvini con un eloquente «perfetto». I punti su cui si sofferma il leader della Lega, infatti, sono esattamente quelli su cui si è già chiuso l’accordo ormai da 48 ore. Il che significa che l’ex titolare del Viminale conferma la mediazione suggellata con Draghi. Un accordo ribadito in una telefonata tra i due proprio ieri mattina”.

Diversa invece l’interpretazione di Repubblica che parla di “vittoria della linea Draghi” contro la Lega. In effetti, per come si sono messe le cose, è evidente come a prevalere sia stata la linea dura del premier che è riuscito a far passare comunque ciò che voleva, limitandosi a delle concessioni “simboliche” ai leghisti tanto per non lasciarli completamente a bocca asciutta.

L’obbligo del green pass per i docenti con tanto di sanzioni in caso di trasgressione è quanto di più duro si potesse pensare, perfettamente in linea con i toni apocalittici usati dal premier nella famigerata conferenza stampa in cui attaccò frontalmente Salvini e i no vax, fino a correlare il no ai vaccini all’aumento dei morti per Covid. “La linea Draghi passa appieno, e nella versione più hard – scrive infatti Repubblica – Primo: per garantire il ritorno in classe in presenza e in sicurezza, il Green pass diventa obbligatorio per gli insegnanti e il personale non docente, con sanzioni severe per chi rifiuta di esibirlo”.

E difatti i malumori nella Lega non mancano. Claudio Borghi attacca: “Il decreto se confermato è intollerabile. Non sarà certo l’aver salvato le colazioni negli alberghi a compensare oscenità come la mancata esenzione per i minorenni e l’obbligo per la scuola e per gli studenti. Ho fatto il possibile ma ho perso. Mi scuso con tutti voi” ha detto rivolto chiaramente alle piazze della protesta.

La Stampa si spinge oltre fino ad affermare che l’ala dura del Carroccio avrebbe minacciato di non votare Draghi fra sei mesi se sarà candidato al Quirinale. Ma questa è un’altra storia, e soprattutto un’altra partita ancora tutta da giocare e che in realtà non è neanche iniziata.

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