Referendum: viaggio nei cinque quesiti, cosa si vota e perché

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Domenica gli italiani sono chiamati alle urne per votare cinque referendum in tema di giustizia. Osservato speciale il quorum, dal momento che trattandosi di referendum abrogativi è necessario che si presenti alle urne la metà più uno degli aventi diritto. Visto l’alto tasso di astensionismo degli ultimi anni sono davvero in pochi a scommettere su un esito positivo. In molti comuni si voterà anche per l’elezione dei sindaci e dei consigli comunali.

Ma andiamo a scoprire nei dettagli cosa prevedono i cinque quesiti referendari e cosa cambierà o non cambierà nel caso in cui dovessero vincere i Sì o i No, raggiungimento del quorum permettendo.

Il primo quesito riguarda l’abolizione delle norme del decreto Severino. La scheda è di colore rosso e propone l’abrogazione del Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi. Se vince il SI  le persone condannate per reati non colposi potranno tornare a ricoprire o mantenere cariche politiche, mentre se vince il NO resta in vigore la legge e viene confermata l’incandidabilità e la decadenza per i condannati.

Il secondo quesito riguarda la limitazione del ricorso alle misure cautelari. La scheda è di colore arancione e propone l’abrogazione dell’ultimo inciso dell’art. 274, comma 1, lettera c) del codice di procedura penale, in materia di misure cautelari e di esigenze cautelari, nel processo penale. Se vince il SI la custodia cautelare sarebbe consentita soltanto nel caso di pericolo di fuga, inquinamento delle prove e rischio di commettere reati di particolare gravità, con armi o altri mezzi violenti, mentre non sarebbe più concessa per il rischio di reiterazione del reato. Se vince il NO resta in vigore la legge che consente la misura cautelare, in carcere o ai domiciliari, anche per il pericolo della reiterazione del reato.

Il terzo quesito riguarda la separazione delle funzioni dei magistrati. La scheda è di colore giallo e propone l’abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati. Se vince il SI il magistrato sarà obbligato all’inizio della propria carriera a scegliere tra la funzione giudicante o requirente, mantenendola fino al pensionamento. Se vince il NO resta in vigore la legislazione attuale che non prevede la separazione delle carriere e consente al magistrato di passare dalla funzione requirente a quella giudicante o viceversa.

Il quarto quesito riguarda la partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari. La scheda è di colore grigio e propone l’abrogazione di norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte. Se vince il SI anche i membri laici (avvocati e docenti universitari) del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari potranno concorrere alla valutazione dei magistrati. Se vince il NO continuerà a non essere consentita loro la partecipazione ai processi di valutazione delle toghe.

Il quinto quesito riguarda i criteri di elezione del Consiglio superiore della Magistratura. La scheda è di colore verde e propone di abrogare la norma che obbliga i magistrati che vogliono candidarsi a raccogliere un numero minimo di 25 firme fra altrettanti colleghi. Se vince il SI i magistrati che vorranno avanzare la propria candidatura al Csm non saranno più obbligati a raccogliere le firme. Se vince il No l’obbligo rimane.

Si potrà votare soltanto domenica dalle 7 alle 23. Sarà necessario presentarsi al seggio con un documento di identità e con la tessera elettorale.

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