Elezioni. Conte corteggia Tarquinio. Nel nome del cristianesimo grillino

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Il tema non è la legittima aspirazione di Marco Tarquinio, un valido professionista che conosciamo da tempo, di concorrere al bene comune. In un momento della vita di ognuno è giusto che si possa ambire a dare un proprio contributo.
E Tarquino, corteggiato da Conte, non importa se su sua sollecitazione o rispondendo a una strategia dell’avvocato, fa bene a pensare alle prossime elezioni europee.

La questione riguarda, invece, le cause e gli effetti di tali flirt e di tali aspirazioni.
Conte, dalle politiche del 25 settembre, sta strutturando il suo partito per riposizionarlo in modo nuovo. Da un lato, deve sovrapporsi a un Pd in cerca di identità, e che ormai ha occupato l’area moderata, filo-sistema, liberal-progressista, incarnando i rassicurati dello status quo, lasciando un vuoto a sinistra che non può essere occupato da partiti-social o da forze ideologiche, massimaliste marginali. Dall’altro, deve allargarsi a un’area intercettando il pacifismo, l’ecologismo, il cristianesimo sociale, al momento senza rappresentanti e interlocutori degni di nota.

E’ qui che nasce l’ipotesi di una candidatura del direttore di Avvenire, il giornale, espressione non più ufficiale ma ufficiosa della Cei. Sarebbe una figura giusta per il Movimento, che deve uscire dall’immagine barricadera e giustizialista ritenuta troppo ideologica.
Tarquinio, pacifista (la sua posizione sulla guerra in Ucraina è nota), cristiano, moderato, sarebbe la scelta da fare per allargare il consenso classico ed estenderlo a un elettorato più vasto.

Tenendo anche conto che l’Avvenire, in questi mesi, ha preso posizione contro l’abolizione del reddito di cittadinanza e l’ostilità militante di Palazzo Chigi verso le Ong, che al contrario, sarebbero le bandiere dell’umanitarismo e dell’immigrazione sacrosanta. Bombe cattoliche in versione bergogliana, nel nome della lotta alla povertà e della moralizzazione della vita pubblica (la corruzione dei partiti etc). Che il governo di centro-destra ovviamente, starebbe “massacrando”.

Ma quello che preoccupa, è l’associazione tra i desiderata dei grillini e parte del mondo cattolico che sta educando l’Avvenire. Una gran parte dei fedeli, dati e numeri alla mano, ritiene normale associare la battaglia cristiana a quella grillina. Secondo l’accostamento assolutamente arbitrario tra moralità e moralismo giacobino, tra povertà astratta e ricette specifiche per arginarla, tra ostilità verso la guerra e distanza dalla fedeltà all’atlantismo.
Che brutta fine ha fatto il cristianesimo politico, in mano ai grillini e a corsi giornalistici alla moda. Totalmente organici al pensiero unico (laicista).

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