Schlein Vs Meloni, Meluzzi: “Prima litigheranno sugli insetti poi….”

4 minuti di lettura

Elly Schlein è l’anti-Meloni di sinistra, così viene rappresentata dai media che hanno esaltato la sua prima uscita pubblica alla Camera chiedendo le dimissioni del Ministro dell’Interno Piantedosi per la tragedia di Crotone. Ma c’è chi nutre seri dubbi sul fatto che la neo segretaria del Pd possa realmente rappresentare un’alternativa alla premier. Ne è convinto anche lo psichiatra, scrittore, ed ex parlamentare Alessandro Meluzzi.

La convince Elly Schlein nelle vesti di anti-Meloni?

“Non mi sembra proprio, visto che sulle scelte fondamentali la pensano esattamente allo stesso modo e dicono le stesse cose. Si tratta di un’anti Meloni legata ad una forte teatralizzazione del pensiero più irrilevante”.

Che vuol dire?

“Sulle grandi questioni, pace e guerra, equilibri monetari, green economy, agenda 2030, World Economic Forum si ripropone lo schema tipicamente anglosassone, ovvero l’esistenza di due grandi poli, dietro i quali però c’è una comune cabina di regia che decide tutto, Nel modello imperiale talassocratico anglosassone, sia nella versione britannica che in quella americana, la gente non va più a votare perché tanto, o vincono i conservatori o i laburisti, i democratici o i repubblicani le cose sostanziali non cambiano. In Italia stiamo andando nella stessa direzione”.

Perché parla di teatralizzazione del pensiero più irrilevante?

“Perché Meloni e Schlein si scontreranno soltanto sulle questioni irrilevanti, trovandosi d’accordo su quelle essenziali. La lotta si limiterà soltanto alle questioni di costume, se essere favorevoli o no ai diritti Lgbt, se difendere la famiglia naturale o riconoscere le coppie gay, se mangiare o no gli insetti, se accogliere un migrante in più o uno in meno visto che poi la politica migratoria è già decisa a livello planetario. Sarà uno scontro di forma ma non di sostanza, dal momento che la politica di sostanza non è più ammessa”.

Una politica dell’alternanza dunque, ma non dell’alternativa?

“Sicuramente, ma avremo un’alternanza teatralizzata. Ci sarà chi vorrà più green economy, più insetti e scarafaggi da mangiare, più auto elettriche in circolazione e chi ne vorrà di meno, ma senza mettere in discussione la visione globale di governo del mondo. Del resto è il prezzo che dobbiamo pagare vivendo in questa parte dell’impero che coinvolge gli Stati Uniti, l’Unione Europea ormai sacrificata, l’Australia, il Canada, la Nuova Zelanda e altre parti del pianeta; dall’altra abbiamo la Russia, la Cina e una serie di Paesi in via di sviluppo”.

La questione ucraina però sembra vedere la Schlein su una posizione più pacifista rispetto al filo atlantismo della Meloni.

“Assolutamente no, la Schlein a mio giudizio è ancora più allineata della Meloni essendo figlia della cordata dem americana degli Obama e dei Soros, quindi non vedo come possa allontanarsi dalla linea atlantista.  Del resto in Italia una politica realista si può fare soltanto con il placet di via Veneto, ovvero dell’ambasciata americana”.

Però la Meloni non dovrebbe essere sovranista?

“Ma quale sovranista! La Meloni sa perfettamente che in Italia il sovranismo si può fare soltanto a chiacchiere e che in una colonia come la nostra non è ammesso”.

Ci sono quindi delle alternative?

“Allo stato attuale no, perché non sono ammesse alternative quando si è una colonia. Siamo passati da un proconsole alla luce del sole come Draghi ad una giovane gauleiter come la Meloni. Mi viene in mente quando il nobile tedesco Corrado di Baviera riferì a Vittorio Emanuele III suo parente che Benito Mussolini era definito dai tedeschi ‘il gauleiter per l’Italia’. Perché in Germania i gauleiter erano una specie di podestà messi a capo delle circoscrizioni territoriali dal governo centrale ma riferiti alla cittadinanza, Quindi Mussolini era percepito come totalmente asservito al regime nazista. Ecco, la Meloni è oggi la gauleiter dell’Italia, solo che a governarla non sono i tedeschi ma gli americani”.

Come spiega il fatto che la parola pace sia scomparsa dal lessico della diplomazia?

“Guardi, potrà cambiare qualcosa soltanto se fra due anni Biden perderà le elezioni e al suo posto tornerà un Trump o avremo il governatore della Florida. Ma finché l’amministrazione americana resterà questa, sarà lei a dettare l’agenda all’Italia”.

Come commenta gli scontri di questi giorni sulla tragedia di Crotone, con la Schlein che ha chiesto le dimissioni di Piantedosi?

“Aria fritta. Le cose serie non vengono decise a Palazzo Chigi, al Quirinale o men che meno a Montecitorio. Vengono decise nelle centrali di comando dell’impero. Ecco, l’immigrazione è uno di quei temi su cui faranno finta di litigare di più come in questo caso, ma poi nei fatti anche la politica migratoria ci passa sulla testa e qui non resterà altro da fare che accettare i diktat dell’Europa. Tutt’al più si discuterà se tenere una barca più tempo in mare prima di farla sbarcare”.

Sull’Ucraina l’unica voce fuori dal coro sembra quella di Berlusconi. Può voler dire che comunque nel governo c’è chi parla un linguaggio diverso?

“Berlusconi è talmente ricco e avanti con gli anni da potersi permettere qualunque mattana. Ma se andasse oltre ci penserebbero i figli, Confalonieri e tutti gli altri a rimetterlo in riga. Nel centrodestra sono tutti consapevoli del fatto che se vogliono rimanere seduti su quelle poltrone non possono distaccarsi dalla linea decisa altrove. Non vale più nemmeno ciò che Francesco Cossiga diceva sui caminetti democristiani, ovvero che le idee e le teste cambiavano a seconda delle sedie su cui il sedere di ciascuno era posato. Nemmeno la sedia oggi decide più la linea””.

Vede concreto uno spostamento a sinistra del Pd con la nuova segreteria?

“Certo, se però sinistra vuol dire più diritti Lgbt, più matrimoni gay, più eutanasia per i malati. Sono ormai venti anni che i diritti sociali dei lavoratori sono stati barattati con i diritti civili, con il concetto di sinistra non più rappresentato dalla lotta per il salario ma dalle sfilate con le piume in testa nei gay pride. Di quale sinistra stiamo parlando? Vede, quando alle elezioni registriamo ormai il 60% di astensionismo, questo dovrebbe dimostrare meglio di ogni altra cosa come la gente non veda più alcuna differenza sostanziale fra destra e sinistra e percepisca tutti come parte di uno stesso sistema, di una stessa strategia planetaria”.

Come se ne esce?

“Con l’aiuto di Dio, quando la Divina Provvidenza deciderà che questa fase della storia dovrà finire. Ma ad oggi l’Italia sta ricoprendo nella Nato lo stesso identico ruolo che aveva la Bulgaria nel Patto di Varsavia, ovvero quello di fare i falchi per conto di Mosca contro gli altri Paesi meno allineati, pur essendo i bulgari l’anello debole dell’alleanza. In fondo il calcolo che fa la Meloni ha un senso: se la Germania ha degli interessi geopolitici ed energetici molto forti che la obbligano a muoversi con prudenza, se la Francia ha delle pretese coloniali in Africa, l’Italia può ricevere aiuti economici dagli Stati Uniti, oltre alle 120 basi Nato che ha già sul proprio territorio; quindi ha tutto l’interesse a fare il falco per conto degli Usa. Lo ha capito la Meloni, e lo ha capito ancora di più il mio amico Guido Crosetto, che conviene essere la Bulgaria della Nato. Io ho uno sguardo combattivo ma amaro sulla vita, e finora non mi sono sbagliato. Ma continuo ad avere fiducia nell’intervento divino”.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Articolo precedente

Truffe sul Reddito di Cittadinanza, 164 denunciati nel reggino

Articolo successivo

Covid Italia, Iss: incidenza in calo, sale Rt

0  0,00