Berlusconi “chiama” Renzi che tenta la pace con Calenda: le manovre al centro

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Non ha perso tempo Silvio Berlusconi e appena uscito dall’ospedale ha subito rilasciato un’intervista al Corriere della Sera per ribadire che lui c’è, la malattia non lo ha affossato, e che intende continuare a determinare i destini di Forza Italia ma soprattutto del centro.

E per l’ennesima volta è tornato ad annunciare la fase del rinnovamento, segno evidente che in vista delle elezioni europee ha in mente di effettuare altri cambi al vertice. Evidentemente non è soddisfatto di come il partito continua ad essere guidato dai suoi luogotenenti.

Ma è soprattutto verso il centro che il leader forzista lancia messaggi ben precisi, e particolarmente in direzione di Matteo Renzi, il leader di Italia Viva che da anni sta tentando senza successo l’opa su Forza Italia nel tentativo di inglobarne i voti  contando sul tramonto del berlusconismo.

Adesso è proprio Berlusconi a lanciare un amo a Renzi, lo stesso Renzi che nelle ultime ore ha ripreso i contatti con Carlo Calenda in vista di una tregua per le elezioni europee che dovrebbe portare Italia Viva e Azione a correre insieme.  

Ma il messaggio di Berlusconi a Renzi, quel “venga con noi” non è stato pronunciato casualmente. 
Del resto basta mettere in fila i pezzi di questa storia per accorgersi di come sono davvero troppe le coincidenze che portano ad ipotizzare come fra i due sia in corso un abile e collaudato gioco delle parti.

Berlusconi finisce in ospedale e sulle sue condizioni di salute iniziano a circolare notizie allarmanti. Negli stessi giorni Renzi manda all’aria il progetto del Terzo Polo entrando in rotta di collisione con Calenda che vuole una fusione immediata dei due partiti che Iv non può permettersi.

Renzi intanto diventa direttore del Riformista e chiama al suo fianco come vice l’ex parlamentare berlusconiano Andrea Ruggieri. Nel frattempo inizia una vera e propria campagna acquisti in Azione, portando via parlamentari a Calenda per poter avere la forza della rappresentanza parlamentare e toglierla all’alleato. Berlusconi dal san Raffaele osserva tutto e in cuor suo capisce che Renzi ha mire su Forza Italia, partito che senza di lui è condannato all’estinzione.

Da qui quindi l’appello all’ex sindaco di Firenze e premier a rompere gli indugi e a scegliere definitivamente il campo del centrodestra, ora che il Pd con la Schlein alla guida è destinato ad assumere posizioni sempre più da sinistra radicale.
Un nuovo centro azzurro, riveduto e allargato, è dunque è all’orizzonte? Magari decollerà in vista delle prossime elezioni europee con una federazione fra Forza Italia e Italia Viva, o con il nuovo partito che nascerà dall’unione fra Renzi Calenda qualora dovesse tornare veramente la pace?

Ipotesi tutt’altro che peregrina, se si considera che alle europee si voterà con il sistema proporzionale puro e quindi non ci saranno obblighi di schieramento per nessuno.

Il messaggio di Berlusconi è arrivato, e forse è anche per questo che Calenda è sembrato tornare a più miti consigli, temendo forse la saldatura fra azzurri e renziani in vista delle europee ritrovandosi tagliato fuori dai giochi. Per il momento i gruppi di Camera e Senato del Terzo Polo restano uniti, ma l’intesa per la lista unica alle europee è tutta da costruire. Vedremo come evolverà la situazione ma è chiaro che Renzi e Berlusconi si stanno chiaramente annusando e il percorso in vista delle europee del prossimo anno è ancora lungo.

Capiremo presto se fra loro c’è un vero e proprio gioco delle parti che, almeno per il momento, è servito a Renzi per dettare le condizioni a Calenda e tentare la pace alle condizioni di Italia Viva. Anche perché alle europee fra Forza Italia e il Terzo Polo si rischerà una competizione al massacro visto che entrambi puntano allo stesso bacino elettorale. A chi conviene? Non certo a Forza Italia che rischia di veder ridimensionato il proprio peso all’interno della maggioranza e nemmeno al Terzo Polo che stenta a decollare come dimostrato alle ultime elezioni politiche e regionali.

Restano soltanto due incognite: la collocazione europea che vede gli azzurri nel Ppe e gli altri nell’orbita di Macron e la predisposizione dei dirigenti del Terzo Polo a prediligere accordi con il centrosinistra alle amministrative. Ma il Pd della Schlein è chiaramente spostato a sinistra e in direzione dei 5Stelle. Insomma i giochi sono aperti e i tempi abbastanza lunghi per consolidare le più disparate strategie.

 

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