Il copyright Ue? “Una vergogna tutta europea: il parlamento europeo ha introdotto la censura dei contenuti degli utenti su internet. Stiamo entrando ufficialmente in uno scenario da Grande fratello di Orwell”. Secondo il vice premier Luigi Di Maio, che promette la discesa in campo del M5s per i diritti degli utenti del web, “nei negoziati tra i governi, in parlamento europeo e nella commissione europea” contro il provvedimento e assicurando che “alla prossima votazione d’aula la direttiva verrà nuovamente bocciata”.
Lo scontro in Europa è andato in scena nella tarda mattina, quando al momento del voto, una gran parte del Parlamento europeo ha deciso, in nome della protezione dei colossi del web (questa l’accusa dei pentastellati) di proteggere il copyright con questa normativa ulteriore, che andrà regolare ulteriormente la materia. Ma di fatto da domani non cambia nulla rispetto a oggi perché la direttiva non sarà legge nei singoli Paesi dell’Unione prima del 2021.
Dopo la rete sarà mai più libera e indipendente? E la libera espressione dei cittadini sarà garantita d’ora in poi? Di Maio afferma di no, e che continuerà con ancora più impegno a battersi per eliminare i due articoli più controversi della direttiva: l’articolo 11 che prevede l’introduzione della cosiddetta ”link tax’ e l’articolo 13 sul filtraggio preventivo dei contenuti inseriti dagli utenti sul web.
Il prossimo terreno di battaglia i futurinegoziati che vedranno impegnati i governi degli Stati membri della Ue, il Parlamento europeo e la Commissione.
E subito è partita la scommessa, “quando la plenaria di Strasburgo sarà chiamata ad esprimersi sulla direttiva copyright l’esito sarà ben diverso” avverte il vice premier.
Ma l’indignato non è solo il giovane leader a 5 stelle, anche il presidente Maurizio Tajani si è infuriato… sì ma con Luigi e le sue parole. Da qui l’appello: “Chiedo al presidente del Consiglio Conte di prendere immediatamente le distanze dalle dichiarazioni infamanti del vicepremier Di Maio contro il parlamento europeo. Minacciare l’unica istituzione Ue direttamente eletta dai cittadini è da analfabeti della democrazia” ha twittato il presidente del Pe Antonio Tajani a proposito del commento al voto sul copyright del parlamento europeo.
Intanto, quali sono i rischi concreti per le piattaforme web? Nel nuovo diritto d’autore europeo gli editori di giornali avranno diritto a un “equo compenso” da parte di chi utilizzerà i link ai loro articoli accompagnati da un estratto, oltre a un giro di vite sui gestori delle piattaforme che pubblicano contenuti degli utenti e che saranno responsabili di violazioni del diritto d’autore.
Rimangono innegabili i rischi di censura della direttiva, si rischia di sacrificare diritti ben più fondamentali dei cittadini in nome dei diritti d’autore.