Adesso Matteo Renzi giocherà la carta del vero legalitario: lui, parlando a nome dei genitori, davanti ai cronisti, ha detto che si farebbe processare (“bisogna confidare nella giustizia”), e non come Salvini, che invece, spera in un’assoluzione dell’Aula per “superiori interessi dello Stato”, ricattando di fatto la Giunta per le autorizzazioni a procedere e i senatori (nonché gli alleati) chiamati ad esprimersi.
Una posizione comoda, quella di Renzi, cui Salvini non ha replicato polemicamente, cadendo nella trappola tesa dal rivale.
Commentando a freddo la notizia circa gli arresti domiciliari dei genitori di Renzi, il vice-premier ha dichiarato che “non esulta, non gioisce per gli arresti”. Evidentemente il leader della Lega si ritiene al di là della questione “immunità sì-immunità no”, in quanto dentro un’altra categoria (la difesa della patria, articolo della Costituzione), che non c’entra per definizione, con quella che per gli osservatori, è il vulnus ideologico su cui si sono confrontanti i grillini col voto on line.
Nessuna crisi di coscienza, quindi, ma una considerazione. I reati commessi (se venissero naturalmente confermati da una sentenza definitiva), dai genitori di Renzi (Tiziano e la signora Laura Bovoli), sono gravi: bancarotta fraudolenta e false fatturazioni. I due sono accusati, inoltre, di aver provocato «dolosamente» il fallimento di tre cooperative, dopo averne svuotato le casse per svariati milioni di euro. Tra gli indagati anche l’ex autista del camper per le primarie dell’ex premier.
Al centro del mirino, aziende collegate alla “Eventi 6”, la società di famiglia già finita sotto inchiesta proprio per una gestione allegra e la sparizione di fondi. Con loro è stato arrestato anche Gian Franco Massone, vicepresidente di una delle Coop.
Occorre abbandonare, però, il teorema che le colpe dei padri ricadono sui figli: tentativi ideologici e operazione mediatiche studiate apposta per indebolire, liquidare politici di successo o ai vertici istituzionali. Così è stato recentemente per Di Maio, così per Di Battista. E non deve succedere ora per Renzi.
Ma almeno tutti risparmino la recita della perfezione, della democrazia, della moralità e della competenza.
Se le colpe dei padri non devono ricadere sui figli, la verità è che sono, siamo tutti figli dei vizi italici: intransigenti con le colpe degli altri, indulgenti con le nostre colpe.