Ormai è chiaro: Salvini è un fan della cioccolata. Da sempre. E’ il suo principale sponsor. Non perde occasione per esaltarne le virtù salvifiche a 360 gradi; ignorando naturalmente le calorie e il danno alla linea.
E’ noto, infatti, come la Nutella sia e sia stata al centro del suo interesse mattutino (la colazione), al punto da ingenerare il sospetto di un pericoloso conflitto di interessi, o addirittura, di pubblicità ingannevole-occulta (un po’ come il discorso delle sue innumerevoli e variegate felpe). Lui si è difeso con il valore dell’identificazione, che le sue tenute sportive dovevano e devono comunicare: far capire che il Capitano è uno che incarna la patria e le istituzioni (Forze Armate, Polizia, Guardia di Finanza, Carabinieri), e che non condivide la distanza monarchica tra il Palazzo e la politica. E sulla cioccolata si è difeso parlando di priorità del made in Italy e di felice tradizione personale.
Coniugando religione e famiglia (la nuova linea della Lega), lo scorso 26 dicembre, ha meravigliato fan e nemici con un post emblematico: «Il mio Santo Stefano comincia con pane e Nutella, il vostro?». E subito è scattata la solita polemica, questa volta sinistro-gastrica: «C’è il terremoto in Sicilia e l’omicidio del familiare di un pentito ed il ministro ci informa della sua colazione». Attacco a cui Salvini ha risposto in modo ironico: «Mi piace la Nutella e se questi sono gli attacchi starò al governo per 30 anni».
Come se non bastasse, quando ne ha avuto la possibilità (in Sicilia), è tornato sull’argomento: «Eccezionale la gente e la cioccolata di Modica, nella bellissima Sicilia».
Un “prima l’Italia”, gli italiani e i prodotti nostrani che ieri ha vissuto un ennesimo sussulto. Visto che 41 migranti che si trovavano a bordo della Diciotti, consigliati ideologicamente dalla Baobab Experience, una struttura che ce l’ha a morte con Salvini per gli sgomberi, hanno chiesto un risarcimento molto esoso allo Stato italiano (tra i 41 e i 71 mila euro), per sequestro di persona e limitazione illegale della libertà, il ministro degli Interni non si è scomposto e ha rilanciato l’accostamento dolciario: “Permettetemi di rispondere con una grassa risata, tutti nati il primo gennaio, tutti scomparsi, non prendessero in giro gli italiani, la pacchia è finita, i barconi non arrivano più, al massimo gli mandiamo un Bacio Perugina”.
Ancora quindi, la cioccolata e un altro prodotto storico del Made in Italy, anche se finito in mani estere (la croce e delizia della globalizzazione anti-sovranista).
E ora si ripeteranno le campagne mediatiche dei professionisti dell’umanità e degli indignati morali, già avvelenati per il “tradimento” dei grillini che hanno salvato Salvini, e che si sentiranno offesi per l’accostamento cioccolata-migrazione.
Un argomento così serio non può ridursi a un dolce. Amaro Diciotti.