Quando si dice sbagliare il tempismo: a quasi tre mesi dalla sua elezione a segretaria del Pd Elly Schlein si è finalmente decisa a fare qualche dichiarazione di politica economica criticando il governo su dl Autonomia e uso dei fondi del Pnrr, e quasi in contemporanea uscivano gli ultimi dati di Ministero del lavoro e Anpal che certificano uno stato di salute in netto miglioramento per l’economia italiana.
Secondo il rapporto negli ultimi quattro mesi sono stati creati ben 200mila posti, circa la metà di tutti quelli attivati nel 2022.
Ottimi i risultati a marzo e aprile, con 100mila posti in più al netto delle cessazioni, soprattutto grazie alla ripresa in grande stile del settore turistico che da solo ha contato per 40mila posizioni. Bene anche l’industria (17mila) e gli altri servizi (30mila), che hanno ben compensato gli aumenti modesti nell’edilizia (7mila) dovuti alla fine di un incentivo, quello del 110%, che non era davvero gestibile per le casse dello Stato.
A dare una mano sono stati anche i minori costi in bolletta per le aziende ad alta intensità energetica che a causa dell’aumento dei costi si erano trovate lo scorso anno in forte difficoltà; anche questa una vittoria della Meloni che non ha deviato dal suo convinto filoatlantismo quando in molti le chiedevano di non seguire il resto d’Europa nella linea dura nei confronti della Russia proprio a causa della capacità di Mosca di condizionare il prezzo di petrolio e gas e quindi dell’elettricità.
Meloni che si gode in silenzio questi bei risultati, senza curarsi di replicare più di tanto alla Schlein essendo impegnata in questi giorni nel G7 di Hiroshima, dove ci si è messo pure il premier canadese Trudeau a farle opposizione.
Al suo posto ha commentato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che intervenendo a un convegno milanese organizzato da Investopia ha detto che “In Italia è stato possibile evitare una nuova recessione, mantenendo circoscritti i fenomeni di instabilità bancaria e finanziaria”.
Secondo il numero uno di via XX Settembre “I dati dell’economia italiana continuano a evidenziare una notevole resilienza a partire dall’incoraggiante dato del Pil nel primo trimestre dell’anno con una crescita congiunturale dello 0,5% e una previsione per anno in corso a +1,2% si colloca tra valori più alti in Europa”.
Percentuali per le quali dobbiamo ringraziare soprattutto il grande aumento dell’export, cresciuto a febbraio di quasi l’11 per cento, allungando una striscia positiva che prosegue ininterrotta da ormai due anni e facendo segnare risultati eccezionali soprattutto in Cina, smentendo anche in questo caso gli uccelli del malaugurio che sostenevano come l’Italia avrebbe pagato cara la sua uscita dal progetto pechinese della Via della Seta (ancora da ufficializzare ma ormai di fatto avvenuto).
Di fronte a questi numeri risulta difficile raccontare un’Italia allo sbando, priva di guida sicura, incapace di affrontare le sfide che le si presentano davanti. Non a caso la Schlein, che ingenua non è, ha preferito attaccare il governo sulle misure che devono ancora essere realizzate, come l’autonomia differenziata, perché sa bene che c’è ben poco che si possa addebitare a questo governo se si deve giudicare dalle performance realizzate fino a oggi. Soprattutto se si pensa che, con il settore energetico ormai del tutto indipendente da Mosca e i primi grandi progetti del Pnrr che cominciano a essere realizzati (pur se tra qualche ritardo), la situazione promette di migliorare ulteriormente per l’inquilina di Palazzo Chigi.