Quando “La Repubblica” spiffera qualche segreto, qualche indiscrezione, c’è sempre da riflettere e preoccuparsi.
Secondo il giornalone “radical-liberal-giacobino”, tra i leader di maggioranza si parlerebbe con sempre maggiore forza di un probabile, imminente rimpasto. Guarda caso, notizia uscita proprio in coincidenza con un importante anniversario: l’anno uno della vittoria del centro-destra a guida Fdi.
Anniversario che la premier Meloni ha consacrato con un video enfatico, positivo, entusiastico, circa i risultati raggiunti, i cambiamenti avviati, le riforme in cantiere, i numeri economici positivi. In una parola, il buon esito del “sovranismo pragmatico”, nella forma atlantista, quasi draghiano, ma nella sostanza portatore di una rivoluzione sostanziale i cui effetti “sovranisti” veri, si comprenderanno, a detta sua, a fine legislatura.
Invece, tra le maglie dell’enfasi, qualcuno sta rompendo l’armonia, la narrazione, mettendo veleno. Si tratta indubbiamente di giochi pre-elettorali in vista del voto europeo. E lo fanno in due. Lo fa la sinistra, a corto di idee, programmi, condannata unicamente a evocare spettri (l’antifascismo, il razzismo, l’omofobia); e lo fa qualcuno anche dentro la coalizione per mere ragioni propagandistiche.
Lo scopo è ovvio: guadagnare consensi pure a discapito degli alleati o della stabilità di Palazzo Chigi. Perturbazioni però, non fino al punto di ripetere la “sindrome del Papeete”. E questo Salvini lo sa bene: scalpita, sgomita per distinguersi, corteggia il generale Vannacci, invita a Pontida la Le Pen, per coprire quel buco di destra che la Meloni starebbe tradendo col suo eccessivo appiattimento verso gli Usa e Bruxelles. Appiattimento che sul piano internazionale le sta garantendo credibilità e autorevolezza, ma a Bruxelles no: la Ue, infatti, oscilla tra finta comprensione (la questione migranti) e il boicottaggio. E non passa settimana che l’Italia annoveri amici che diventano nemici e nemici che diventano amici (Francia, Germania, Ungheria, Polonia etc).
Peccato che il capogruppo del Carroccio Molinari si sia lasciato sfuggire che ci sarebbero ben 4 ministri in procinto di andarsene. Al momento blindati dalla Meloni fino alle europee, poi si vedrà, congresso di Fdi compreso.
I titolari dei dicasteri nell’occhio del mirino sarebbero nell’ordine, Daniela Santanché (ministra del Turismo), indebolita dalla inchieste sulle sue ex società; Matteo Piantedosi (ministro degli Interni), uomo di Salvini accusato di essere troppo moscio sugli argomenti “leghisti”, Gilberto Pichetto Fratin (responsabile dell’Ambiente e la sicurezza energetica), al centro di uno scambio, se al voto Fi dovesse uscire fortemente ridimensionata e da ultimo, Adolfo Urso (ministro del made in Italy), probabile candidato e quindi, sul punto di dover lasciare l’incarico.
Indiscrezione, polpetta avvelenata, fake news, sta di fatto che il governo è entrato nella fase più delicata. Dopo la luna di miele, adesso gli italiani si attendono fatti concreti, oltre ai primi accenni va detto, positivi. E la narrazione da sola non basta.