Governo giallo-verde, Rinaldi: “Tremonti premier? Preferisco un altro Giulio”

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Salvini e Di Maio saliranno nel pomeriggio al Quirinale per riferire al Capo dello Stato gli esiti delle trattative per la formazione del Governo. Al momento il nome del premier sembrerebbe non essere definito, anche se il leghista Nicola Molteni ha detto che i due leader presenteranno a Mattarella un solo nome. Lo Speciale ne ha parlato con l’economista Antonio Rinaldi  animatore del sito Scenari Economici e da sempre molto critico con la politica monetaria europea. Una dichiarazione, quella di Molteni, che lascerebbe intendere che il fatidico nome forse c’è già, ma Lega ed M5S intendono tenerlo coperto fino alla fine.

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Rinaldi, c’è chi in queste ore sta criticando Salvini e Di Maio evidenziando come sia illogico discutere di programmi senza avere ancora individuato il premier. Ha senso secondo lei questo modus operandi certamente inedito che Lega ed M5S  stanno seguendo?

“Sicuramente abbiamo cambiato i paradigmi precedenti, su questo non c’è dubbio. Io personalmente condivido questo nuovo schema, perché ho una cultura aziendalista; quindi prima vengono i programmi degli azionisti di maggioranza e dopo si scelgono gli uomini capaci di realizzarli. Certo, il Governo è altra cosa, però anche negli altri paesi si sta facendo strada questo tipo di impostazione. Dovendo mettere d’accordo due forze politiche come la Lega e il M5S le cui ricette possono sicuramente essere sovrapponibili ma a determinate condizioni, il fatto che prima si specifichino i punti di convergenza e poi gli uomini chiamati ad attuarli, non lo trovo affatto astruso. Anche perché se si definessero prima i nomi, si rischierebbe di mettere delle pesanti ipoteche sulla realizzazione di alcuni punti essenziali”.

Salvini e Di Maio oggi saliranno al Colle, probabilmente con un nome unico. Ma c’è chi come il direttore de Il Foglio Claudio Cerasa ricorda che il nome lo dovrebbe fare il Presidente della Repubblica come prevede la Costituizione. E’ davvero così?

Credo che il nuovo Governo debba ripristinare l’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole. Ci sono diversi costituzionalisti pronti a contestare questa tesi. Un conto è la nomina del premier, altra la scelta. La nomina avviene da parte del Presidente della Repubblica su indicazione di una maggioranza parlamentare, non è che Mattarella può chiamare chiunque e dargli l’incarico senza che alla base vi sia almeno la probabilità di avere una maggioranza in grado di sostenere quel nome. Quindi la scelta non può essere che il frutto di una mediazione di base che compete alla politica”.

Nelle ultime ore tanti stanno lanciando avvertimenti a Di Maio e Salvini, invitandoli a stare in guardia per impedire che il governo neutro evocato da Mattarella possa rientrare dalla finestra, magari con il loro assenso. Anche lei vede questo rischio?

“Non credo, visto che il governo neutro era lo spauracchio nel caso in cui i partiti non fossero riusciti a creare una maggioranza per un esecutivo politico. Se come tutto fa presagire Lega ed M5S giungeranno ad un’intesa avremo un governo politico, non tecnico. Da questo punto di vista mi sento tranquillo. Il governo neutro poteva essere un’alternativa. E va specificato che, qualora questo esecutivo si fosse effettivamente formato e in Parlamento non avesse ottenuto la fiducia, sarebbe comunque rimasto in carica per il disbrigo degli affari correnti come sta facendo il governo Gentiloni, Capisce bene quanto sarebbe rischiosa un’ipotesi del genere”.

Ma non c’è il rischio che su ministeri strategici come l’Economia per esempio o gli Esteri, Mattarella voglia avere voce in capitolo nella scelta dei ministri?

“I nodi futuri saranno di carattere economico e di politica internazionale, su questi ci sarà un’attenzione particolare e ci sarà soprattutto sulle persone che saranno chiamate ad attuare gli indirizzi programmatici in questi ambiti. Bisogna capire fino a dove la mediazione di questi giorni è arrivata e quali sono gli obiettivi che si vogliono conseguire. Dagli originali diciannove punti del programma pare si sia scesi a quindici, stando almeno alle indiscrezioni che trapelano dal tavolo della discussione. Sarà necessario trovare le persone giuste in grado di garantire sia le istanze della Lega che del M5S, ma soprattutto quelle della maggioranza parlamentare. Mattarella potrà fare le sue riflessioni, avanzare proposte o consigli, ma non potrà imporre nulla perché l’articolo 1 della Costituzione stabilisce che la sovranità appartiene al popolo e il Parlamento è l’espressione di questa volontà. Alla fine decide il Parlamento, non il Capo dello Stato”.

E’ uscita un’indiscrezione. Il possibile premier terzo potrebbe essere l’ex ministro Giulio Tremonti, al quale nemmeno Forza Italia potrebbe dire di no. Lo crede possibile?

“Non ho idea. Io preferirei un altro Giulio il cui cognome però inizia per S. E’ un professore che gode della mia massima stima”.

Sta parlando di Giulio Sapelli?

“Non so, veda lei”.

Fra il leghista Giorgetti e il pentastellato Fraccaro, chi preferirebbe?

“Giorgietti lo conosco personalmente e gode della mia stima. Sarei contento se il premier fosse lui. Fraccaro francamente non lo conosco, quindi non posso dare un giudizio sulla persona”.

Quanti dei nomi che stanno circolando ora hanno concrete possibilità di diventare premier e quanti invece sono dati in pasto ai media proprio per essere bruciati?

“Molti sono fatti circolare ad arte, altri ci sperano davvero. Un po’ come quando parte la campagna acquisti dei calciatori, si buttano in pasto alla stampa tanti nomi e poi esce il nome che si era invece tenuto fino all’ultimo nascosto. La politica è rimasta sempre uguale”.

Un governo Lega-M5S avrà gambe solide per camminare o cercheranno di tagliarle?

“Sicuramente cercheranno in tutti i modi di tagliarle, in Italia ma soprattutto all’estero da parte dell’Unione Europea. Questa però è un’occasione irripetibile che non devono lasciarsi sfuggire. Non avremo altre opportunità di poter cambiare i paradigmi ai quali ci siamo fino ad oggi appoggiati. In Europa sta tirando una ventata nuova e l’Italia è dentro questo cambiamento. Non faccio parte di nessun partito, ma da italiano faccio il tifo perché questo governo realizzi finalmente gli interessi degli italiani, allo stesso modo in cui altri paesi europei, e mi riferisco a Francia e Germania, hanno realizzato i loro. Vogliamo la stessa dignità e gli italiani stavolta alle urne lo hanno fatto capire in modo chiaro. In Europa metteranno in atto tutti gli strumenti a disposizione per ostacolarci, ma loro sono burocrati mentre noi abbiamo una Costituzione che tutela la sovranità e che dobbiamo far rispettare”. 

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